Gli “Astrologi” di Madurai ā distretto nelloĀ stato del Tamil Nadu, all’estremo sudĀ dell’India ā si sono riuniti per due giorni a riflettere su come organizzarsiĀ per essere riconosciuti dal governo come gruppo tribale nomade che, insiemeĀ a tanti doveri, ha anche il diritto alla scuola, alĀ lavoro, alla salute.Ā Erano presenti 140 nomadi. Tra essi cāerano
analfabeti e professori, tutti provenienti da gruppiĀ tribali. Hanno anche riflettuto su comeĀ far crescere la loro fede, e gli operatori pastoraliĀ della Pacni (Cura Pastorale dei Nomadi in India),Ā che li seguono insieme al Vescovo di Madurai, hanno riflettuto su come continuare questoĀ impegno che la Chiesa indiana ha assunto.
Reietti
Oggi sono circa mille le famiglie, nella periferiaĀ di Madurai, di quelle che sono conosciute comeĀ di āAstrologiā, considerati pericolosi dalla gente,Ā amati da nessuno e temuti da tutti a causa delĀ loro lavoro. In passato sono diventati famosi perĀ le loro arti magiche. Praticavano, a loro dire, ogni tipo di magia:Ā bianca, nera, verde, gialla, anche quella cheĀ non esiste, pur di riuscire a sopravvivere! QuandoĀ gli abitanti del Tamil Nadu volevano compiereĀ qualche vendetta o comunque desideravano ilĀ male per qualche vicino, familiare o semplicementeĀ qualcuno diventato nemico, ricorrevano a questi Astrologi e commissionavano qualcheĀ maledizione o malocchio per le loro vittime.
Maledizioni su commessa
Gli uomini di questo gruppo andavano neiĀ cimiteri a invocare gli spiriti di qualche animaĀ cattiva (pensando che tra i morti qualche malvagioĀ ci sarĆ pur sempre!), dopodichĆ©, invasatiĀ da questo spirito, lo inviavano a compiere qualcheĀ maledizione contro le vittime dei loro clienti.Ā Coloro che avevano chiesto questo servizio,Ā per tutto il mese seguente, quando si rendevanoĀ conto che qualche disgrazia o qualche fattoĀ increscioso capitava al loro nemico, immediatamenteĀ consideravano quel fatto come conseguenzaĀ della āfatturaā messa in cantiere dagliĀ Astrologi. Anche quando si trattava di fatti normaliĀ che capitano nella vita ordinaria ā comeĀ un mal di testa, una caduta dalla bicicletta, unĀ affare fallito, la notizia di qualche amico morto,Ā o altri semplici fatti incresciosi ā venivano interpretatiĀ come frutto del servizio richiesto. AlloraĀ correvano subito a portare un poā di soldi,Ā o tanti a seconda di ciĆ² che avevano pattuito,Ā come ricompensa agli “Astrologi”.
Colpevolizzati
Questi nomadiĀ oggi non scomodano piĆ¹ per andare nei cimiteri a fare tutta quellaĀ confusione, perchĆ© hanno capito che anche nonĀ facendo assolutamente nulla, qualche disgraziaĀ nellāarco di un mese capiterĆ pure. LāimportanteĀ ĆØ che la gente pensi che siano gli “Astrologi” aĀ mettere in atto tutte queste cattiverie. A questiĀ fattucchieri basta avere un brutto nome, unaĀ cattiva reputazione e incutere un timore reverenzialeĀ per ciĆ² che si suppone facciano.
Paura
Essi vivono vicino a famiglie cristiane e desidererebberoĀ diventare anchāessi cristiani, maĀ temono il Battesimo: ricevendo lo Spirito Santo,Ā cioĆØ quello buono, esso andrebbe ad incontrarsiĀ con quello cattivo, che in passato hanno pure ricevuto (almeno cosƬ pensano), e temono cheĀ quel conflitto tra i due spiriti possa causareĀ anche la morte! Per cui usano le preghiere cristianeĀ e amano anche la cultura cristiana, maĀ evitano il Battesimo. CāĆØ pure il fatto che se diventasseroĀ cristiani perderebbero il loro cattivoĀ nome, che dĆ loro da mangiare.Ā Ma desiderano qualcosa di meglio per i loroĀ figli.
Accoglienza
Per questo hanno accettato la proposta diĀ alcuni membri della ComunitĆ Papa GiovanniĀ XXIII, che hanno nel villaggio giĆ sette famiglieĀ aperte all’accoglienza, con circa 10 bambini perĀ ciascuna. I papĆ e le mamme, che in un certoĀ modo adottano questi bambini, appartengonoĀ allo stesso gruppo degli Astrologi, come vi appartengonoĀ i 74 bambini. Tutti questi sono diventatiĀ praticanti della religione cristiana, conĀ Eucarestia, catechesi e le preghiere della comunitĆ .Ā In questo modo i bambini si ārovinanoā laĀ loro futura carriera di Astrologi, ma ĆØ proprioĀ ciĆ² che le loro famiglie vogliono.
Tratto da “Sempre”