Quella dell’Isis non è solo propaganda simbolica, l’Italia è realmente un “potenziale obiettivo” di attacchi terroristici anche per la sua “valenza simbolica di epicentro della cristianità”. L’allarme arriva dalla Relazione del Dis al Parlamento, nella quale, tuttavia, non si parla di “attività o pianificazioni in corso” di attentati in Italia. Il nostro Paese potrebbe rappresentare una zona di ripiegamento per quei foreign fighter che dal Vecchio Continente sono andati a combattere in Siria. L’allerta vale per tutti gli Stati europei, che fanno parte di quell’Occidente tanto odiato dal fondamentalismo islamico.
Il problema è identificare i possibili responsabili di un’escalation di violenza che potrebbe scattare da un momento all’altro. I sospetti non si limitano ai soli jihadisti ma anche alle donne, mogli, familiari o amiche, “attratte dall’eroismo dei propri cari, specie se martiri”. Il vero problema di questa nuova guerra al terrore è proprio questo: il nemico non è facilmente riconducibile a un volto o a un nome ma potrebbe celarsi anche fra gli insospettabili. Come aveva già sottolineato il vicepresidente del Copasir giovedì la nuova generazione della jihad si rivolge soprattutto ai social network e al web per reclutare nuove leve, specie tra i giovani. Nel monitorare la rete, sottolineano gli 007, si è registrata la “tendenza a privilegiare i social media, attraverso i quali, tra l’altro, i foreign fighters europei, per spronare i connazionali correligionari, alimentano un’informazione parallela ai comunicati ufficiali dei gruppi armati – peraltro sempre più spesso sottotitolati o tradotti in italiano – diffondendo immagini di guerra”.
Del resto l’Isis ha costruito una “sofisticata strategia di comunicazione e propaganda”. E’ in atto, quindi, una vera e propria cyber jihad: l’Islamic State ha realizzato un sito web, Asnar al Ghrabaa project, per garantire la possibilità di conversare in modalità sicura attraverso l’impiego della crittografia. Quanto all’attività di indottrinamento, è risultato prevalente il ricorso alle nuove piattaforme di comunicazione, attraverso cui sono stati gestiti centinaia di account, pubblicati e diffusi messaggi, immagini e video. Sebbene ad oggi non siano stati registrati attacchi di matrice terroristica contro sistemi Information Technology di rilevanza strategica, l’intelligence invita a non sottovalutare l’interesse di alcuni gruppi a lanciare attacchi cyber contro i sistemi e le reti di infrastrutture critiche di Stati Uniti e Europa. Emerge infine una contrapposizione, destinata ad avere ulteriori sviluppi, tra i due attori della minaccia: Isis e Anonymous.