Meno di 9 mesi e papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro inaugurando così il Giubileo della Misericordia, fortemente voluto per sensibilizzare il mondo sul tema degli ultimi. In molti si chiedono quali novità saranno introdotte dal Pontefice che ha stupito più di una volta il mondo con i suoi gesti, la strenua difesa dei deboli e la condanna di potenti, mafiosi e schiavisti. Per sapere cosa ha in mente Bergoglio bisognerà attendere ancora qualche giorno, il 12 aprile, infatti, sarà letta la bolla che farà conoscere ai fedeli gli aspetti cruciali, spirituali e non solo, del prossimo Anno Santo. Documento del quale cominciano a uscire le prime anticipazioni. Le più importanti riguardano l’assoluzione plenaria; nel Giubileo essa si ottiene oltrepassando la soglia della Porta Santa delle quattro basiliche romane (quella vaticana, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano). Ed è questo in particolare che attira fedeli da tutto il mondo durante l’Anno Santo (nel 2000 in 25 milioni visitarono la Capitale italiana).
Nessuna paura, la tradizione verrà mantenuta ma sarà affiancata dall’apertura di più “Porte Sante” che consentiranno ai cattolici di poter vivere il grande evento sacro nelle loro città natali e addirittura nei propri quartieri. L’assoluzione si potrà ottenere, infatti, in tutte le diocesi del mondo e, probabilmente, anche in 15 parrocchie della periferia romana non ancora individuate. Una rivoluzione in stile Bergoglio, da sempre allergico al protocollo ecclesiastico. In questo modo il Papa riuscirà a ottenere due risultati: estendere a tutto il pianeta la portata del Giubileo e riaffermare la centralità degli ultimi nel suo ministero. Il tutto senza scoraggiare chiunque voglia comunque venire a Roma per vivere la grande festa all’ombra del Cupolone. Sarà dunque testimoniata una verità assoluta della fede cristiana: “Dio perdona tutto e perdona sempre”, come ha proclamato lo stesso Francesco il 15 marzo, la domenica successiva all’annuncio del Giubileo Straordinario.
Ma non è finita. Nella bolla pontificia potrebbero anche essere raccomandati “gesti profetici” quali gli inviti al condono dei debiti e alla liberazione dei prigionieri, che sono tradizionalmente legati al Giubileo. San Giovanni Paolo II nel 2000 lanciò, ad esempio, appelli ai governi per invocare la riduzione del debito estero e amnistie. Richieste che trovarono ascolto, in particolare in Italia, dove la Cei promosse una grande raccolta di fondi per liberare dal giogo degli interessi paesi come lo Zambia e la Guinea e il governo agevolò con una legge questi sgravi. Le cose andarono diversamente per i detenuti, che dovettero attendere il 2006 per ottenere la liberazione o uno sconto di pena. “La Chiesa che e’ in Italia è felice e riconoscente per questa grazia. E’ in piedi pronta e desiderosa di mettersi in marcia seguendo Francesco”, ha assicurato cardinale Angelo Bagnasco, numero uno della Conferenza Episcopale Italiana. “Grazie Santo Padre per il dono del Giubileo Straordinario, cercheremo di vivere insieme l’Anno Santo della Misericordia come impegno alla conversione personale e comunitaria” è stato invece il commento del cardinal vicario, Agostino Vallini, che con i giornalisti ha parlato di possibili iniziative della diocesi di Roma a sostegno delle famiglie indebitate a causa della crisi.