In occasione del “World Cancer Day” che si celebra ogni 4 febbraio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato le stime sull’incidenza dei tumori nella popolazione mondiale. Secondo l’Oms, il cancro è responsabile di quasi una morte su sei nel mondo, praticamente 8,8 milioni di persone all’anno. Secondo il report del Global Burden of Disease Cancer Collaboration – pubblicato lo scorso dicembre – le neoplasie sono la seconda causa di morte al mondo.
La maggior parte dei decessi avviene nei Paesi a basso e medio reddito, che hanno maggiori difficoltà sia nell’espletare la prevenzione, sia nell’accedere alle cure spesso troppo costose. Ma non va molto meglio nel resto del Globo: in tutti i paesi, infatti, molti casi tumorali sono diagnosticati in uno stadio avanzato perciò difficilmente curabile.
Il numero di nuove diagnosi, riporta l’Oms, è in continuo aumento e destinato a passare da 14 a 21 milioni l’anno entro il 2030 mentre l’impatto economico mondiale di questa malattia – definita “neoplasia” o “tumore” – è stato stimato a 1,16 mila miliardi di dollari. La neoplasia indica “una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo”, come chiarisce la definizione coniata dall’oncologo Rupert Allan Willis, accettata a livello internazionale.
Oggi l’Oms ha pubblicato delle linee guida su diagnosi e trattamento precoce. “Una diagnosi di tumore tardiva e l’impossibilità di ricevere le terapie condanna molte persone a sofferenze non necessarie e morte precoce – afferma Etienne Krug, che dirige il dipartimento per le malattie non trasmissibili dell’Oms -. Applicando le indicazioni di questa guida è possibile migliorare diagnosi e trattamento soprattutto per i tumori di seno, cervice e colon retto”.
I punti cardine sono: migliorare la consapevolezza dei cittadini sui sintomi, investire nei servizi sanitari e sulla formazione degli operatori e assicurare terapie efficaci con attenzione alle terapie del dolore. “La nuova guida – spiega l’Oms – mira a migliorare le possibilità di sopravvivenza per le persone che vivono con il cancro, assicurando che i servizi sanitari possano concentrarsi sulla diagnosi e il trattamento della malattia in anticipo”.
L’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ricorda che le 146 mila persone che si ammalano ogni anno in Italia potrebbero evitarlo seguendo uno stile di vita sano. Si tratta del 40% del totale. Fondamentale quindi la prevenzione: niente fumo, alimentazione sana e attività fisica costante. Senza dimenticare gli screening, il protocollo di indagini diagnostiche generalizzate. Su questo fronte, a preoccupare è “la scarsa adesione degli italiani ai programmi di screening. Nel 2015 – dice il presidente Aiom – sono stati quasi 13 milioni gli inviti a partecipare ai test ma solo il 55% delle donne ha eseguito la mammografia, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore del seno, il 39,8% il Pap test per l’individuazione del carcinoma del collo dell’utero e il 43% dei cittadini ha aderito all’invito per la ricerca del sangue occulto nelle feci, per la diagnosi del tumore del colon retto. Serve più impegno da parte di tutti per sensibilizzare i cittadini – conclude Pinto – quando la malattia è diagnosticata in fase precoce spesso le percentuali di guarigione superano il 90%”.