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Migliaia di firme raccolte e tanto sostegno, segno evidente che la sensibilitĆ degli uomini sul dramma delle migrazioni ĆØ piĆ¹ forte del sentimento di indifferenza nei confronti di chi affronta la difficile prova del viaggio e di chi, nel percorso, scompare in tombe d'acqua senza nome. Tanto ĆØ stato fatto, grazie al quotidiano contributo di moltissime persone,Ā ma tanto ancora resta da fare affinchĆ© la petizione volta all'istituzione della Giornata del Migrante Ignoto, lanciata da don Aldo Buonaiuto per una mobilitazione dei popoli e delle coscienze sui morti invisibili del Mediterraneo, raggiunga il suo obiettivo. Uno scopo importante, che mira alla restituzione della dignitĆ a quanti, nella loro odissea verso una vita migliore, perdono la vita nel tentativo, portando le comunitĆ del mondo occidentale a ridurre le loro esistenze a un mero numero, nel quale leggere solo quanti non ce l'hanno fatta. Per questo, ancora una volta, rinnoviamo l'appello a dare il proprio assenso per l'istituzione della Giornata, al fineĀ di fornire un incentivo nel “sensibilizzare lāopinione pubblica” e “nell'educare le coscienze, soprattutto delle nuove generazioni” sulla sorte di coloro partiti dalle loro terre alla ricerca di un futuro e poi svaniti negli abissi.
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“Vi ricordate di Aylan Kurdi,Ā il bambino di tre anniĀ con maglietta rossa e pantaloncini blu riverso sulla spiaggia in Turchia? La sua foto ha fatto il giro del mondo, ma non ci ha insegnato niente. Vi ricordate il ragazzino di 14 anni che viaggiava verso lāItalia con la pagella cucita nella giacca, per dimostrare che era degno di stare nel nostro Paese?Ā Eā morto nel Mediterraneo,Ā senza che nessuno lo potesse piangere. Anche lui non ci ha insegnato nulla.Ā
Solo nei primi 4 mesi del 2019 nel MediterraneoĀ sono morte 422 persone,Ā piĆ¹ di treĀ al giorno. In media si tratta della percentuale di morti piĆ¹ elevata sul totale delle partenze dal 2014. Dal 2014 aĀ oggiĀ non abbiamo ancora imparato nulla. E soprattutto queste sono soltanto le vittime accertate. Di tutte le altre non possiamo neppure stabilire un ordine di grandezza. Sappiamo soltanto che per un migrante al quale possiamo per lo meno dare sepoltura,Ā ce ne sono almeno dieci di cui nessuno rivendicherĆ il corpo.Ā Dispersi senza neanche una tomba su cui deporre un fiore.
In questi anni abbiamo imparato a parlare il linguaggio dellāimmigrazione.Ā Flussi, accoglienza, integrazioneĀ sono diventate parole del lessico condiviso. CāĆØ solo un protagonista rimasto colpevolmente ai margini di queste dinamiche epocali pur essendone lāepicentro:Ā il migrante ignoto. Un numero incalcolabile di persone svanisce nei viaggi della speranza. Vite innocenti, ingannate dai mercanti di illusioni, inghiottite dagli abissi dei deserti, dei mari e di altre lande desolate. Sono neonati, bambini, mamme e ragazzi giovanissimi che attraversanoĀ le periferie geografiche ed esistenzialiĀ di un mondo indifferente e ostile. Sono gli invisibili di cui si perdono le tracce in viaggi rocamboleschi o nei luoghi di approdo che perĆ² divengono terra di nessuno,Ā riserva di caccia della tratta di esseri umaniĀ e delle piĆ¹ inconfessabili pieghe oscure delle nostre societĆ “avanzate”. Purtroppo i migranti finiscono nelle cronache di Tv e giornali solo quando vengono caricati a bordo di imbarcazioni di soccorso. Di tutti gli altri disperati, degli “sbarchi” fantasma, delle vittime dei trafficanti di carne umana nessuno sa nulla, nessuno si preoccupa,Ā nessuno apre per loro lāagenda delle prioritĆ nazionali e comunitarie.Ā Eppure i migranti ignoti, scomparsi nel silenzio indifferente e complice delle ātombe dāacquaā o dei passeur di frontiera, costituiscono la grande maggioranza dei flussi migratori. PerciĆ² diventa opportunoĀ dedicare loro una giornataĀ in grado di sensibilizzare lāopinione pubblica e di educare le coscienze, soprattutto delle nuove generazioni, su un fenomeno doloroso e ineludibile del terzo millennio globalizzato. Chiunque se ne farĆ promotoreĀ dimostrerĆ di saper divenire lievito nella massaĀ e di riuscire a leggere i segni dei tempi. Istituzioni, terzo settore e cittadini consapevoli sono chiamati a condividere unāoccasione di impegno concreto.Ā
Da qui un accorato appello allāOnu, allāEuropa, alla Santa Sede e al Governo Italiano, che da anni cooperano sul fronte dellāaccoglienza, affinchĆØĀ venga istituita una Giornata del Migrante Ignoto.Ā Il Mar Mediterraneo ĆØ diventato un Olocausto odierno. Per istituire la Giornata della Memoria per le vittime di quel genocidio ci sono voluti 60 anni, non aspettiamo altrettanto per quello che stiamo vivendo oggi.Ā CiĆ² costituirebbe la testimonianza collettiva di una necessaria mobilitazione dei popoli e delle coscienze di fronte ad unāemergenza divenuta ormai contingenza quotidiana. Nessuno puĆ² fingere di non sapere che suo fratello svanisce nelle fauci della disperazione”.
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