A tre anni dallo tsunami che ha devastato le coste del Giappone riaprono i reattori di Fukushima dai quali si levò la nube tossica che in poche ore fece il giro del mondo, contaminando aria e mari. L’autorizzazione alla ripresa dell’attività, prevista per gennaio, è stata data dalla prefettura locale che ha ritenuto gli impianti conformi ai nuovi parametri di sicurezza molto stringenti stabiliti dopo il disastro. La decisione, per diventare esecutiva, necessita del via libera del primo ministro nipponico, Shinzo Abe, che non ha mai nascosto la volontà di far ripartire il comparto atomico del Paese.
Ma i cittadini, memori della catastrofe, sono sul piede di guerra. In 16 mila due mesi fa hanno manifestato a Tokyo per protestare contro la paventata riapertura anche in considerazione dei dati riguardanti il picco di suicidi a Fukushima che, dall’aprile 2011, hanno toccato quota 1500. L’ok alla riapertura era già arrivato due mesi fa, quando la Nuclear Regulation Authority (Nra), l’organismo che ha il compito di valutare il rispetto della nuova stringente normativa sulla sicurezza nucleare, aveva dato parere positivo dopo aver visionato gli impianti e studiato tutte le nuove caratteristiche