Sono cinque i punti fondamentali su cui si basa la legge di iniziativa popolare presentata oggi da Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. Un bonus da mille euro per tutti i contribuenti con un reddito individuale inferiore a 40 mila euro e via via decrescente per chi ha redditi compresi fra i 40 e 50 mila euro. Se i beneficiari del bonus di 80 euro sono 9.8 milioni circa, a percepire il bonus proposto dal sindacato saranno circa 38.5 milioni di italiani.
Inoltre secondo la Furlan è necessario introdurre un nuovo assegno familiare che superi e unisca gli attuali, che sia calcolato attraverso un nuovo sistema di detrazioni di imposta e aumenti al crescere dei carichi familiari, ma si riduca all’aumentare del reddito. Rivedere la fiscalità locale per far sì che sia al servizio del cittadino, adottando una nuova regolazione delle imposte e collegando più chiaramente ciò che si paga alla reale fruizione del servizio. Ad esempio la Tari, andrebbe basata sulla produzione dei rifiuti più che sulla superficie dell’immobile. Inoltre secondo la Furlan è necessario varare un’imposta ordinaria sulla grande ricchezza netta che cresca all’aumentare della ricchezza mobiliare e immobiliare, però esentando sugli imponibili le famiglie fino a 500.000 euro di ricchezza ed escludendo la prima casa e i Titoli di Stato.
L’ultimo punto, ma non meno importante è la riduzione dell’evasione fiscale: rafforzare le sanzioni sia amministrative che penali, aumentare i controlli e migliorare la tracciabilità e i pagamenti effettuati con le carte di credito. Queste sono le proposte di riforma del Fisco che la Cisl lancia ad un “governo che ha ritenuto di non aprire un confronto”. “Alcune risposte dal Governo Renzi sono arrivate – sottolinea la Furlan – ma nel complesso è una risposta assolutamente insufficiente”. Secondo il segretario generale della Cisl, la proposta del suo sindacato punta ad un’equità sociale e a sostenere il lavoro e le famiglie. “Nessuna invidia sociale, solo solidarietà ed equità – sottolinea Annamaria Furlan – su questo siamo assolutamente determinati, perché gran parte del paese con la crisi ha sofferto moltissimo ed una piccola parte ha invece mantenuto o ha visto crescere la sua ricchezza”.