Famiglie cinesi contro il controllo delle nascite: “vogliamo il secondo figlio”

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La politica del controllo delle nascite in Cina, voluta dal Governo di Pechino, per contrastare il fortissimo incremento demografico fu introdotta nel 1979, pochi anni dopo la morte di Mao Tse-tung. La legge che vietava alle donne di avere più di un figlio fu considerata in maniera controversa fuori della Cina, perché la sua applicazione spesso era causa di abusi dei diritti umani. La legge fu modificata negli anni novanta con l’introduzione di sole sanzioni pecuniarie, poi nel 2014 è stata modificata.

La nuova norma prevede che se uno dei componenti della coppia è figlio unico è possibile richiedere di poter avere un secondo figlio. Ora in Cina, dopo l’alleggerimento della legge, circa un milione di coppie ha fatto richiesta per poter allargare la propria famiglia. A Pechino il numero di domande di coppie che vogliono avere il secondo figlio si aggira tra le 2-3 mila al mese. Secondo le previsioni che sono state fatte, nella capitale cinese nei prossimi cinque anni nasceranno 270.700 bambini, 54.200 l’anno, ma solo se le richieste verranno approvate.

La decisione del Governo di Pechino di modificare la legge di pianificazione familiare è arrivata dopo uno studio, in cui viene evidenziato il rapido invecchiamento della popolazione cinese. Rimangono comunque dei limiti, infatti per il 2015 – anno che secondo l’oroscopo cinese sarà molto propizio per le gravidanze – il tetto massimo delle richieste che potranno essere effettuate è fissato a 2 milioni e restano in vigore le sanzioni per chi non rispetta la legge sul controllo delle nascite, con pene molto rigide che possono arrivare fino alla perdita del lavoro.

Manuela Petrini: