Il blitz è andato in scena a pochi giorni dall’inizio della vendemmia e in un anno che ha visto le frodi nel settore vinicolo più che raddoppiate, come precisa un’analisi della Coldiretti: “Dall’inizio della crisi c’è stato un incremento record del 102% del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto made in Italy, provocando un danno all’immagine del prodotto agroalimentare italiano all’estero”.
Il raggiro era stato architettato ad arte. Uno stimato enologo avrebbe abusato della fiducia degli imprenditori che lo avevano ingaggiato anche in virtù delle sue note qualità professionali. Con il materiale autentico che serve ad attestare la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, tra cui i contrassegni da applicare sulle bottiglie, l’enologo vestiva da Brunello, in modo perfetto, difficile da scoprire, bottiglie di qualunque tipo di vino rosso. Ma non finisce qui. Per ottenere quantità apprezzabili del noto vino toscano, l’uomo ne acquistava in nero uno comune di bassa qualità e partite di uva che poi cedeva alle cantine per la vinificazione e il successivo invecchiamento in botte, progettando in alcuni casi di conservarlo anche per anni e rivenderlo nelle fasi di mercato in cui i prezzi fossero per lui ancora più vantaggiosi.
L’enologo ha anche indossato i panni di un abile informatico per truffare due imprenditori penetrando nel loro sistema di home banking personale e tentando così di trasferire denaro dai loro conti bancari, su propri conti all’estero: in particolare la Guardia di finanza ha individuato un tentativo per prosciugare 350.000 euro dal conto di un committente. L’uomo è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo ad un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso.