Gelatine di mare contro spugne: 1-0. L’analisi del Dna ha dato il suo responso finale: i primi animali comparsi sulla Terra non erano spugne, bensì organismi gelatinosi simili agli attuali ctenofori, animali marini dal corpo trasparente quasi interamente costituito d’acqua e lunghi qualche centimetro. I primi predatori sono i ‘cugini’ delle attuali meduse.
Ad esprimere il ‘verdetto’ finale, dopo decenni di dibattiti tra gli esperti del settore, è stato un gruppo di ricercatori statunitensi della Vanderbilt University (Tennessee) che ha illustrato – sulla rivista specializzata Nature Ecology and Evolution – un nuovo metodo per studiare i vari passaggi dell’evoluzione, dalla prima forma di vita ad oggi.
Il nuovo sistema made in Usa è riuscito a dirimere anche altre questioni spinose, oltre a quella delle gelatine, incoronate animali più antichi della storia del mondo: per esempio, la querelle sui legami di parentela dei coccodrilli, che sarebbero ‘fratelli’ delle tartarughe ma solo ‘cugini’ degli uccelli.
La chiave per fare chiarezza sui rapporti evolutivi tra le varie specie – si legge su Ansa – sta nel mettere a confronto, uno per uno, migliaia di geni condivisi tra tutti gli organismi, in modo da scoprire quali sono più strettamente imparentati: in caso di risultati incerti, si contano quanti geni propendono per un’ipotesi di parentela piuttosto che per un’altra, arrivando poi al verdetto finale.
In questo modo, i ricercatori della Vanderbilt University hanno ‘risolto’ ben 18 questioni aperte: 7 riguardavano gli animali, 5 le piante e 6 il regno dei funghi, smentendo e mettendo il punto sui risultati precedenti, spesso contraddittori.