La numerose guerre nel Mediterraneo hanno letteralmente raddoppiato il numero di immigrati che giungono sulle coste italiane, creando un vero e proprio allarme per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi. Save the Children lancia un appello, attraverso un comunicato stampa, per dare voce ai minori abbandonati che hanno bisogno non solo di trovare un luogo dove poter trovare ristoro, ma necessitano di un accompagnamento da parte di adulti.
Hanno in media tra i 9 e i 17 anni e rappresentano il volto più vulnerabile degli oltre 8 mila migranti che hanno dovuto attraversare il Mediterraneo tra gennaio e febbraio 2015. Nonostante le condizioni avverse della stagione il numero di persone giunte in Italia è aumentato del 69% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per la maggior parte i minori non accompagnati sono maschi anche se non mancano le bambine. Nel lungo viaggio in mare hanno dovuto sopportare fame e disidratazione, alcuni sono stati rapiti o venduti, ricattati picchiati o torturati.
“Dopo un lungo viaggio con i trafficanti attraverso Etiopia e Sudan – racconta a Save the Children un ragazzo di 16 anni – sono arrivato in Libia dove sono stato fermato e rinchiuso, mi hanno detto ‘benvenuto all’inferno!’, ci picchiavano ogni giorno, per un mese. Mia madre dalla Somalia ha dovuto pagare un riscatto, poi sono stato venduto ai trafficanti che gestiscono gli imbarchi, e ho pagato di nuovo per salire sui barconi”.
L’ Organizzazione che dal 1919 si occupa di difendere la vita e i diritti dei più piccoli, dal 2008 opera nelle aree di sbarco a sud del Paese, ed è proprio da qui che lancia un appello all’Italia chiedendo di concedere un’opportunità di futuro per questi ragazzi e di sbloccare la legge su accoglienza e protezione dei minori che impedisce di aiutare al meglio i piccoli senza fammiglia. “L’Europa deve dare finalmente una risposta comune alle migliaia di persone costrette a fuggire da situazioni di emergenza estrema come il conflitto in Siria, che dura ormai da 4 anni, e la situazione sempre più grave in Libia, a partire da un’adeguata capacità di ricerca e salvataggio in mare, per evitare che ci siano altre vittime come negli ultimi naufragi” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children in Italia.