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ECCO LE REAZIONI ALL’ANNUNCIO DEL PAPA SUL GIUBILEO STRAORDINARIO

Una cabina di regia con Palazzo Chigi e con la Regione l’abbiamo già.Bisognerà allargarla anche al Vaticano… E io proporrò una gestione minimalista dell’evento, senza sfarzi né grandiosità: come, conoscendolo, vorrebbe il Papa”. Marino si dice pronto al grande evento, e addirittura detta al Vaticano la linea da seguire: profilo basso, evento sobrio. Forse sarebbe meglio che sia il Pontefice stesso a dire come intende questo grande appuntamento, ma il sindaco di Roma è senza freni: “Il Giubileo va visto come una grande opportunità, non un problema. Avremo sì costi straordinari,ma il Pil della città farà un enorme balzo in avanti”, afferma il sindaco capitolino: “Ora serviranno risorse straordinarie”.

Si dice contento anche il premier Matteo Renzi: “Si tratta di un appuntamento importante il cui carattere religioso, come sottolineato da papa Francesco, è uno spunto di riflessione e meditazione per tutti. Sono sicuro che, come già nel 2000, Roma si farà trovare pronta: l’Italia, che quest’anno ospita l’Expo, saprà fare la sua parte anche in questa occasione”. Ma non tutti a sinistra la pensano così: “La decisione annunciata dal Santo Padre di tenere il Giubileo straordinario a partire dall’8 dicembre 2015 è una bellissima notizia, che riempie di orgoglio e di gioia i romani e tutti gli italiani – affermano i deputati Pd Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi -. Roma, però, nelle condizioni attuali non è pronta. Gestire milioni di pellegrini, che non sono turisti, in una città non organizzata può rappresentare un pericolo anche grave per chi arriverà a Roma e può creare disagi insostenibili per i romani. Il Giubileo dura un anno e non è certamente paragonabile a singole giornate, anche impegnative, che la città si è trovata a gestire di recente”.

Su questo specifico punto è intervenuto il ministro dell’Interno Alfano: “Lavoreremo per garantire che questo grande evento, non solo religioso ma di richiamo alla pace universale, si svolga in piena sicurezza. L’annuncio del nostro Papa arriva in un momento storico complesso e difficile per il Paese e a livello internazionale – ha detto Alfano riferendosi alle minacce jihadiste – ma confidiamo che contribuirà ad alimentare un clima di pacificazione”.

Ad oggi, ribadiscono gli apparati di sicurezza, non c’è alcuna minaccia specifica riguardante Roma. Ma questo non significa che non vi siano rischi, come hanno scritto gli 007 nell’ultima relazione consegnata al Parlamento: “Sebbene ad oggi non siano emerse attività o pianificazioni ostili in territorio nazionale riconducibili allo Stato Islamico o ad altre formazioni del jihad globale, la minaccia interessa anche l’Italia, potenziale obiettivo di attacchi pure per la sua valenza simbolica di epicentro della cristianità»” Parole ribadite dal capo della sicurezza vaticana Domenico Giani solo qualche giorno fa: “La minaccia esiste. Questo è ciò che emerge dai colloqui che ho con i colleghi italiani e stranieri. Ma una cosa è l’esistenza di una minaccia, altra cosa è la pianificazione di un attacco”.

C’è anche chi vede nell’appuntamento religioso un enorme business. Già sono iniziati gli attacchi mediatici al Vaticano: tanto per fare un esempio, il Manifesto ha titolato “Expope 2015″, proprio riferito al giro d’affari che porterà l’evento. E c’è anche chi – strumentalmente – ha parlato di mossa per riempire le casse dello Stato Pontificio. In realtà, se mai ci sarà un guadagno, sarà per l’intera città di Roma, per la sua ristorazione, i musei, l’accoglienza. Di certo ne guadagnerà in immagine la stessa Capitale, dopo che il mondo l’ha vista catalogare come città di mafia.

Se si guarda ai grandi numeri dell’ultimo Anno Santo Straordinario, quello del 2000, l’evento potrebbe portare in Vaticano e in generale a Roma oltre 25 milioni di persone. Una stima però prudente considerato che Bergoglio è già il Papa delle grandi folle e nel viaggio nelle Filippine ha toccato un record di sempre per un evento pubblico, con 7 milioni di fedeli presenti alla Messa di Manila.

Fabrizio Gentile

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