Èstata una giornata importante per don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, impegnato in prima linea nella battaglia volta a scardinare le donne dallo sfruttamento sessuale. All'indomani dell'uscita del suo libro 'Donne Crocifisse, La vergogna della tratta raccontata dalla strada', edito da Rubbettino, e nel giorno in cui le Nazioni Unite ricordano i numeri spaventosi della tratta sessuale, don Aldo Buonaiuto è stato ricevuto, alle ore 18 del pomeriggio, dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: un'occasione importante, che ha permesso al sacerdote, insieme al capo dello Stato, di riflettere su una piaga radicata nella società. Il Presidente della Repubblica non è nuovo alla missione di don Aldo Buonaiuto ed ha a cuore l'infausto destino che grava sulle vittime della strada. Dedicando la giornata dell'8 marzo proprio a loro, lo stesso capo dello Stato ha colto l'occasione per fare memoria dei loro volti: spesso dimenticati, ma non per questo invisibili.
Le parole di don Aldo
“Oggi ho avuto la gioia di poter consegnare al capo dello Stato, Sergio Mattarella, il mio libro Donne Crocifisse, La vergogna della tratta raccontata dalla strada', edito da Rubbettino, proprio al Quirinale, dove l'otto marzo scorso era scoccata la scintilla che mi ha indotto a raccontare dalla strada la tragedia di queste moderne schiave. In occasione della Festa della donna, infatti, il Presidente della Repubblica aveva ricevuto e ascoltato le vittime della tratta che avevo accompagnato alla cerimonia. Da lì è scaturita l'ispirazione per mettere nero su bianco la vergogna della prostituzione coatta descritta e testimoniata nelle sue ripercussioni sociali, come ha evidenziato Papa Francesco nella Prefazione dell'opera. Oggi il percorso si completa con l’affidamento, nelle mani del Presidente, di un libro che è il documento di un martirio silenzioso e troppo a lungo ignorato dall’opinione pubblica e dalla classe dirigente” ha detto Don Aldo Buonaiuto al termine della visita presso il Quirinale.
L'aiuto e la denuncia
Donne Crocifisse racconta le storie di tutte quelle donne che l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, sul solco della missione inaugurata da don Oreste Benzi, ha raccolto dalla strada ed assistito, ridonando loro libertà e dignità. Come riporta l'agenzia di stampa Ansa, da sempre in prima linea nell'informazione italiana, “il libro non è fatto solo di testimonianze, ma anche di analisi e denunce. È un'indagine intorno alle molteplici vie del sesso a pagamento, dall'online al marciapiede, vie che quasi mai incrociano chi fa l'amore per scelta o per noia, come la 'Bocca di Rosa' cantata da De André, ma sono quasi sempre gremite dai frutti dello sfruttamento e dell'oppressione”. Erede spirituale della missione di don Oreste, don Aldo Buonaiuto non teme di mettere in luce i contorni vergognosi di questo fenomeno, considerandone anche i risvolti politici, “bocciando – ricorda l'Ansa – la 'riprovevole' proposta di quei parlamentari e consiglieri che propongono di aprire un albo delle prostitute rendendo la prostituzione un 'lavoro' come tutti gli altri. Per il sacerdote “è disdicevole ipotizzare che un Paese come l'Italia pensi di risolvere il problema del mercato delle schiave del sesso trasferendole in ambienti legalizzati e trasformando lo Stato nel grande 'protettore' ovvero nel pappone ufficiale di queste figlie”.
Informazione contro la schiavitù
Donne Crocifisse è, inoltre, un fulgido esempio di giornalismo e, per questo, sarà presentato al salone del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti il prossimo settembre. Così il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, nella Giornata Mondiale della Tratta ha voluto omaggiare l'impegno del sacerdote nel settore dell'informazione, visitando la redazione del quotidiano digitale In Terris, da lui fondato e diretto: “L'informazione – ha affermato Verna in una nota – deve servire per liberare da ogni forma di schiavitù. Sapere è indispensabile per scegliere. In questo è fondamentale la mediazione professionale che, nonostante alcuni pessimi esempi dati anche in occasione della tragedia del carabiniere a Roma, e che vengono valutati dai consigli di disciplina dei giornalisti, deve servire anche da modello di linguaggio dei social. Una delle schiavitù da cui liberarsi è costituita proprio dal veleno dell'odio che non deve mai viaggiare sui media, che anzi devono fare la loro parte per farlo diventare un tabù”. D'accordo con don Aldo Buonaiuto, Verna ha ricordato il recente sostegno dato dell'Ordine dei giornalisti alla iniziativa dell'Agcom su StopHateSpeech, il cui regolamento è stato presentato il 5 giugno scorso al Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.
Don Aldo Buonaiuto, il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna e i giornalisti della redazione di In Terris