DISASTRO AMBIENTALE NEGLI USA: LA TRANSOCEAN PAGHERA’ PER LA MAREA NERA DEL 2010

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In concomitanza con un nuovo disastro ambientale che si sta verificando sulle coste californiane, nello specifico quelle di Santa Barbara, la Transocean ha comunicato di aver deciso di patteggiare. La società proprietaria di Deepwater Horizon, la piattaforma responsabile della marea nera del 2010 di cui British Petroleum (Bp) aveva il lease, pagherà 211 milioni di dollari ad aziende e singoli individui che hanno chiesto i danni per l’incidente, che ha causato la morte di 11 persone oltre alla più grande marea nera della storia americana. La Bp è stata riconosciuta colpevole dell’incidente dalla giustizia americana, che ha però messo in evidenza come anche Transocean e Halliburton avessero delle responsabilità. Halliburton ha patteggiato il pagamento di 1 miliardo di dollari lo scorso anno. L’accordo di Transocean dovrà ora essere approvato dalla corte federale di New Orleans che presiede sui casi legati alla marea nera.

Gli effetti di quella che fu definita la più grande marea nera della storia americana tuttavia continuano a essere un problema per la flora e la fauna delle zone interessate, causando anche grandi problemi all’ecosistema della zona. Ad esempio l’aumento delle morti di delfini e cetacei nel Golfo del Messico è legato alla marea nera del 2010. E’ quanto emerge da un rapporto di alcuni scienziati, che hanno documentato come dall’esplosione della Deepwater Horizon sono morti o si sono arenati 1.281 cetacei. Nel 2011 si sono arenati sulle coste della Louisiana 163 delfini e 11 lo hanno fatto in Mississippi. Fra il 2002 e il 2009 ognuno dei due stati contava una ventina di casi l’anno.

Gli scienziati dell’agenzia federale Noaa, sottolineano come i danni ai polmoni e alle ghiandole surrenali trovati nelle carcasse di delfini arenati tra giugno 2010 e dicembre 2012 sulle coste di Louisiana, Mississippi e Alabama siano compatibili con il tipo di lesioni provocate dall’esposizione al petrolio. La ricerca e’ stata pubblicata su PlosOne. Secondo gli scienziati, i tempi, la posizione e la natura dei danni riscontrati suggeriscono che a causare questo tipo di danni (che hanno contribuito all’aumento della mortalità) siano stati proprio le sostanze inquinanti legati alla perdita di petrolio.

Nello studio i ricercatori hanno messo a confronto campioni prelevati da delfini morti nell’area della marea nera con quelli di altri animali della stessa specie deceduti in regioni lontane e tempi diversi da quelli della fuoriuscita di petrolio. E’ emerso che un terzo dei delfini esaminati in Louisiana, Mississippi e Alabama avevano la corteccia surrenale più sottile, condizione che aumenta il rischio di morte e malattie. E questa percentuale saliva alla meta’ per i mammiferi trovati morti nella Barataria Bay, in Louisiana, una zona pesantemente colpita dalla marea nera.

Un dato anomalo rispetto al normale: solo il 7% di delfini morti al di fuori delle zone coinvolte dalla fuoriuscita di petrolio avevano questo tipo di danno. Inoltre, i delfini nell’area della marea nera avevano maggiori probabilità di avere una polmonite batterica: l’hanno contratta il 22% dei mammiferi, percentuale che si ferma al 2% tra i mammiferi deceduti in altre aree.

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