Sulle cause dell’estinzione dei dinosauri, i grandi rettili vissuti nel periodo terziario del nostro pianeta, si è dibattuto molto, attribuendone generalmente la causa ai cambiamenti climatici occorsi alla fine del cretaceo, portati probabilmente dalla caduta di un meteorite nello Yucatan. Nuove scoperte scientifiche, però, orientate sulla capacità di gestazione dei rettili, hanno avanzato alcune ipotesi su un processo di declino già avviato, prima del fatale impatto di 65 milioni di anni fa. Pur prosperando per un periodo straordinariamente lungo, infatti, i nuovi rilevamenti degli scienziati, effettuati analizzando frammenti di uova rinvenuti in Mongolia e in Canada, all’interno dei quali sono stati reperiti denti di embrioni fossili, hanno stabilito una tempistica di covata ben più lunga di quella propria di altri animali: i piccoli dinosauri, infatti, avrebbero impiegato dai 3 ai 6 mesi prima di rompere il guscio.
Una circostanza che, almeno indirettamente, potrebbe aver agevolato il percorso di avvicinamento dei rettili all’estinzione, esponendo mamme e piccoli, nel corso del tempo richiesto per la schiusa, a diversi rischi, dalle calamità naturali agli attacchi dei predatori. La ricerca è stata condotta da un team di scienziati appartenente alla Florida State University di Tallahassee i quali, a seguito dei rilevamenti effettuati sui fossili di un Protoceratops rinvenuto nel Deserto del Gobi, e su quello di un Hypacrosaurus canadese, hanno constatato con sorpresa che le uova di dinosauro richiedevano una fase di gestazione più simile a quella dei rettili odierni che dei loro discendenti, gli uccelli: i volatili, infatti, impiegano mediamente tra gli 11 e gli 85 giorni a bucare l’involucro.
Le indagini tomografiche sui resti delle uova, grazie alle quali è stato possibile rinvenire i frammenti di denti delle due specie e, di conseguenza, stabilire attraverso le linee di crescita, l’età dei cuccioli al momento della schiusa, in un meccanismo molto simile all’analisi degli anelli di un albero. Grazie a questo metodo, è stato possibile decretare che l’esemplare di Protoceratops studiato, aveva più o meno 3 mesi al momento della morte, mentre quello di Hypacrosaurus circa 6.
Gli esperti, tuttavia, hanno specificato come l’analisi avrebbe potuto dare esiti differenti qualora fossero state esaminate uova di dinosauri più simili agli uccelli.