E se, improvvisamente, più o meno 130 anni di studi, ricerche, scoperte e indagini scientifiche sui dinosauri, da Richard Owen alla paleontologia moderna, fossero da considerarsi sbagliati? Senza dubbio si tratterebbe di una rivoluzione, di una reinterpretazione totalmente innovativa, forse traumatica ma senza dubbio necessaria di una classificazione (definita da Harry Seeley nientemeno che nel 1888 e basta sulle articolazioni pelviche) finora data per assodata che, senza dubbi di sorta, inquadrava i sauri del Mesozoico in due grandi differenti gruppi: i Saurischi, nel quale rientrano i grandi erbivori sauropodi e i teropodi predatori (dotati di bacino da rettile), e gli ornitischi, di cui fanno parte altri dinosauri erbivori ornitopodi (ad esempio i “becco d’anatra) e tireofori (come stegosauri e anchilosauri), tutti con bacino “da uccello”. Tale ripartizione aveva, fino a oggi, messo d’accordo tutti. Eppure, secondo uno studio condotto dall’Università di Cambridge e del Museo di storia naturale di Londra (pubblicato sulla rivista “Nature”), tutto questo sarebbe totalmente da rivedere, per conferire alla classificazione degli animali del periodo Terziario una definizione a quanto pare più corretta, basta su non indifferenti dettagli anatomici.
Ornitoscelidi ed Herrerasauri
Esaminando ben 74 specie fossili (per un totale di circa 35 mila dati ottenuti), i paleontologi autori del rivoluzionario studio sono giunti alla conclusione che, all’interno del gruppo degli Ornitischi, vadano inquadrati anche i teropodi carnivori (ossia animali quali il Tyrannosaurus rex, il Giganotosaurus e il gruppo dei dromeosauridi), per formare il nuovo gruppo degli Ornitoscelidi. Fra i Saurischi, ad affiancare i sauropodi, andrebbe quindi la strana e dibattuta famiglia degli Herrerasauridi, difficilmente classificabile fino a questo momento a causa dell’incredibile miscuglio di caratteristiche primitive ed evolute che, di fatto, la rendono un unicum preistorico.
Problemi e (presunte) soluzioni
A questo punto, gli scenari aperti sono davvero rivoluzionari: l’accostamento dei teropodi agli Ornitischi potrebbe costituire una riprova che, effettivamente, diverse specie accomunate dalla dieta a base di carne non necessariamente dovessero appartenere al medesimo raggruppamento e che l’evoluzione delle famiglie di carnivori sia proseguita indipendentemente dalla loro parentela, come testimonierebbero (qualora tale soluzione fosse confermata) dinosauri estremamente indecifrabili come l’Herrerasaurus. Tale rivelazione, inoltre, permetterebbe di definire una volta per tutte la ragione alla base del piumaggio esclusivo di alcuni teropodi rispetto agli altri Saurischi, tutti dotati di squame. Inoltre, secondo un’ulteriore indagine, la comparsa dei primi dinosauri cambierebbe locazione geografica, dovendo collocarsi nell’emisfero settentrionale (Laurasia) piuttosto che nel corrispettivo a sud (Gondwana) e, addirittura, in un’epoca precedente (247 milioni di anni fa) di quella finora data per buona.
Naturalmente, l’impatto scientifico dello studio è di una certa rilevanza e, come prevedibile, non ha trovato riscontri favorevoli da parte di tutta la comunità paleontologica mondiale. Troppo poco, secondo molti accademici e ricercatori, per rielaborare e riscrivere trattati scolpiti in modo granitico nel mondo della scienza e nell’immaginario popolare. Ma, senza dubbio, molto sui cui lavorare.