Dal social network più famoso del pianeta, Facebook, infatti, potrebbe giungere la più grande scoperta della fisica moderna, ovvero una teoria capace di unificare le bizzarre leggi quantistiche del mondo infinitamente piccolo, con quelle dell’universo governato dalla gravità e spiegato dalla teoria della relatività. Ginestra Bianconi, che lavora nella Queen Mary University di Londra, ha raccolto la sfida, pubblicando sulla rivista Scientific Reports uno studio dove dimostra come alcuni fenomeni quantistici abbiano delle similitudini con le complesse reti dei social.
Ad oggi, esistono due grandi teorie capaci di esprimere, in modo quasi perfetto, i meccanismi che regolano la natura: una è la relatività, che ci fa comprendere il movimento dei pianeti così come del mondo che conosciamo ma che non ci fa comprendere cosa accade nell’universo subatomico; l’altra è la meccanica quantistica, che funziona su scale microscopiche, ma non dice come possano formarsi le stelle. Da decenni gli scienziati sono fermi su questo rompicapo, la cui soluzione, cioè trovare un’unica teoria valida sempre, rappresenta per i fisici una sorta di “Santo Graal”.
La ricercatrice italiana ha osservato che dall’analisi delle reti internet, emergono oggetti matematici con caratteristiche tipiche delle particelle quantistiche. Alla base di questa analogia ci sarebbe la disomogeneità: “Studiando i social network -spiega Bianconi- possiamo considerare ogni individuo come un “nodo” e il numero di amici il suo grado, cioè la sua valenza. Sappiamo che in media ogni persona ha 100 amici, ma in realtà possono essere molti di più. Alcuni nodi possono avere anche milioni di amici, e si hanno così fluttuazioni infinite”. Elaborando queste strutture si giunge a nuovi “spazi” matematici dove le due teorie sembra che possano convivere. E poi dicono che i social servono solo per i pettegolezzi.