Cyberbullismo: Twitter alza le barriere contro le discriminazioni

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Le infinite possibilità di espressione offerte dai social network, troppo spesso, vanno a sconfinare nei deliri della discriminazione o, in alcuni casi, della fomentazione all’odio e alla violenza. Un campanello d’allarme che ha risuonato, ancor più acutamente, durante la recente campagna elettorale americana, e che ha indotto Twitter ad aggiustare il tiro sulle modalità di tutela dei suoi utenti, impostando nuove misure di sicurezza e “bannaggio” riguardo post dai contenuti sgradevoli.

Cosa succede, dunque, se il cinguettio diventa uno sgradevole gracchiare? Semplice: modificando la già esistente funzione di silenziatore, finora riservata agli account, il social dei 140 caratteri andrà a semplificare ulteriormente la possibilità di nascondere parole offensive e, nei casi più gravi, di denunciare eventuali abusi. Una problematica, questa, certamente non recente, ma particolarmente amplificatasi durante i mesi di propaganda elettorale, durante i quali il portale si è trasformato in un campo di battaglia a colpi di post, tra i candidati come tra i rispettivi sostenitori.

Tali “dibattiti”, fatti di commenti e giudizi molto spesso irripetibili, hanno portato a non poche lamentele e, di conseguenza, hanno indotto l’azienda all’applicazione di un più efficace sistema di difesa contro il cosiddetto cyberbullismo, termine coniato appositamente per definire gli atteggiamenti discriminatori e, in alcuni casi, inneggianti alla violenza del popolo della rete. Oltre alla funzione di “muto”, applicabile ora anche a singole parole, è stata predisposta una più semplice normativa per la denuncia di condotte ritenute irrispettose dalle stesse politiche del social: ossia commenti o post che, in qualche modo, vadano a ledere o a discriminare gli altri utenti dal punto di vista religioso, etnico, razziale, identitario e sessuale. Persino per i dipendenti di Twitter verranno avviati corsi di aggiornamento per una migliore prevenzione degli attacchi informatici.

Ovviamente, è solo un primo passo quello effettuato da uno dei network più utilizzati al mondo: sperare di eliminare del tutto il serpeggiare di atteggiamenti deplorevoli all’interno di un universo come quello della rete, sarebbe oltremodo utopistico. E’ anche vero, però, che la garanzia di un servizio di tutela agli utenti che, in modo corretto, sfruttano le potenzialità offerte dal web, rappresenta un punto di partenza. Del resto, l’applicazione di maggiori misure restrittive alla navigazione è uno step attraverso il quale, prima o poi, tutte le piattaforme di interscambio online sembrano destinate a passare.

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