Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha diramato un comunicato stampa in cui si dichiara “profondamente preoccupato” per la recente ondata di attacchi contro il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in diverse aree di crisi del mondo.
Solo nell’ultimo mese – si legge nel comunicato – due volontari e un membro del personale sono stati uccisi in Sudan, mentre altri volontari sono stati bersaglio di attacchi in Myanmar. In Guinea, i team di assistenza contro l’ebola vengono presi di mira con una media di 10 volte al mese a causa della disinformazione circa la malattia tra le comunità locali. Alcuno abitanti delle zone rurali, infatti, ritengono che l’ebola sia una sciagura portata dagli occidentali.
In molte parti dell’Africa e del Medio Oriente, i simboli della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa non vengono universalmente rispettati; in alcuni casi sono stati attaccati dai fondamentalisti che li ritengono delle spie. In Siria già 47 volontari hanno perso la vita dall’inizio del conflitto. “I volontari e il personale che operano sotto l’emblema della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e che rischiano la vita ogni giorno dovrebbero essere risparmiati dagli attacchi e dovrebbero vedersi garantito l’accesso umanitario sicuro”, si legge nel comunicato.
“Senza il rispetto e la protezione di tutte le parti, gli operatori sanitari non possono svolgere in tutta sicurezza il loro ruolo unico e fondamentale. Le vittime delle crisi si affidano a loro per ricevere aiuto e sono esposti a rischi maggiori se a questi operatori viene impedito di fare il loro lavoro”, conclude la nota.