CREATA UNA “PELLE DELL’INVISIBILITÀ”: FA SPARIRE OGGETTI IN 3D

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La realtà ha superato di gran lunga la fantasia, e per la prima volta un oggetto tridimensionale è letteralmente scomparso, avvolto da un mantello dell’invisibilità. E’ una “pelle hi-tech”, sottilissima e fatta di un materiale che respinge la luce, che ha aderito perfettamente alla superficie del corpo preso in esame. Descritto nella rivista Science, il mantello è stato realizzato da un gruppo di ricercatori dell’università della California a Berkeley, del Lawrence Berkeley National Laboratory e della università saudita King Abdulaziz e coordinato da Xiang Zhang.

La “pelle dell’invisibilità”, ha uno spessore di appena 80 miliardesimi di metro (nanometri) che le permette di avvolgersi perfettamente attorno a un oggetto. Le minuscole antenne d’oro poste una accanto all’altra respingono la luce, rendendo completamente invisibile un corpo tridimensionale. Per il momento questo mantello di nuova generazione è piccolissimo ed ha nascosto un corpo fisico di appena due cellule, ma è il primo materiale di questo tipo a funzionare: ora i ricercatori puntano adesso ad aumentarne le dimensioni.

Per uno dei pionieri in questo campo, Andrea Alù, dell’università del Texas, ad Austin, “è un grande risultato”. Tutti i tentativi fatti finora per ottenere un mantello dell’invisibilità hanno limitazioni sostanziali che li rendono poco maneggevoli, incapaci di avvolgere un oggetto come un vero mantello, oppure funzionano solo a determinate lunghezze d’onda.  Alcuni sono fatti di campi magnetici, altri di lenti, altri ancora di prismi che creano illusioni ottiche. Solo il gruppo di Alù finora era riuscito a realizzare un materiale sottile e flessibile in grado di nascondere gli oggetti alla luce e che ha aperto la strada ad ulteriori sviluppi, come quello descritto oggi su Science.

Anche se sono appena all’inizio del loro sviluppo, già si pensa a numerose applicazioni come ai display 3D ad altissima risoluzione e ad una nuova generazione di microscopi ottici più potenti di quelli attuali. “I materiali convenzionali, per esempio, non riescono ad andare oltre un certo limite di ingrandimento – ha osservato Vito Mocella, dell’Istituto microelettronica e microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Napoli -. In teoria, i nuovi materiali dell’invisibilità riescono invece a superare i limiti attuali imposti dalle leggi della fisica ai materiali convenzionali”.

Edith Driscoll: