Lo stato settentrionale indiano dell’Uttar Pradesh, oltre ad essere il più popoloso dell’unione, è anche quello in cui si verificano il maggior numero di casi di violenza sulle donne. Il primo ministro Akilesh Yadav sta lavorando da mesi sull’introduzione di un provvedimento adeguato e l’amministrazione scolastica locale, nella presentazione dei programmi per l’anno accademico 2014-15, ha annunciato che 90 mila studentesse riceveranno obbligatoriamente un addestramento di tecniche di autodifesa. Il governo è sotto la pressione di stampa e cittadini da quando, a maggio scorso, lo stupro e l’impiccagione di due ragazze fuoricasta all”interno del proprio villaggio diede il via alle denunce di una lunga serie di delitti nei confronti di donne, in parte “d’onore” e in cui spesso le morti sono favorite dalla mancanza di strutture igieniche nelle case per oltre la metà della popolazione.
L’opinione pubblica indiana sembra aver preso coscienza della drammaticità del fenomeno dopo la violenza di gruppo su un autobus di New Delhi contro una giovane infermiera nel dicembre del 2012: da quel momento la società civile partecipa attivamente a campagne di sensibilizzazione e ad iniziative per il contrasto della problematica. E anche il governo, finalmente, sembra iniziare a comprendere che le sanzioni non bastano: occorre mettere in mano alle stesse “vittime” la capacità di difendersi da eventuali aggressori.
Corsi di autodifesa obbligatori per le ragazze indiane
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