Dimenticatevi l’epocaĀ in cui potevate programmare tranquillamente le vostre vacanze estive tra aprile e maggio, sapendo con esattezza cosa vi aspettasse. Da qualche anno il tempoĀ sembra impazzito, irriconoscibile, estremo nel caldo e nel freddo. A farne le spese sono proprio loro: i meteorologi. Scomparse le continue gelate invernali e il caldo sopportabile dell’anticiclone delle Azzorre tra giugno e settembre fare previsioni ĆØ diventato un rompicapo. Ne sarĆ dimostrazione quanto avverrĆ nei prossimi giorni in Italia dove l’eccezionale ondata di calore di inizio maggio sarĆ Ā spazzata via dal ciclone Ferox, una bomba d’acqua che allagherĆ il Paese da nord a sud, tra acquazzoni, grandinate e persino spruzzate di neve sui rilievi alpini. Le temperature crolleranno ben al di sotto delle medie stagionali facendoci maledire il giorno in cui abbiamo rimesso in soffitta maglioni, piumoni e calzemaglie. La perturbazione sarĆ breve (durerĆ giusto giusto il fine settimana) ma violenta e poi ci lascerĆ , consentendo alla primavera di riaffacciarsi nel centro Europa. SƬ, ma per quanto? Tutti hanno ancora negli occhi lo scorsa, sciagurata, estate, caratterizzata da vento e piogge specie nel mese di luglio, cioĆØ quello che dovrebbe essere il cuore della bella stagione, normalmente caldo e afoso.
Quest’anno le cose, secondo le previsioni, dovrebbero andare diversamente: siĀ parla di un’estate bollente intervallata, di tanto in tanto, da correnti piĆ¹ fresche. Una replica in tono minore del 2003, ancora ricordato come l’anno piĆ¹ caldo del nuovo millennio. Ma sarĆ vero? Sulle pagine fan Facebook dei principali portali meteo ĆØ l’ironia a farla da padrone. “Ogni anno dite cosƬ, poi non ĆØ mai vero” commenta un utente, “ma quello scorso non doveva essere l’inverno piĆ¹ freddo degli ultimi 200 anni?” si chiede un altro. E in effetti quello della scorsa stagione fredda ĆØ il caso simbolo del tempo pazzo. I segnali percepiti dagli esperti erano tali da spingerli ad azzardare previsioni ardite. Ma la realtĆ ci ha portato un inverno tiepido, senza neve per la maggior parte delle cittĆ italiane.
Ma quello che avviene nel Mediterraneo ĆØ nulla rispetto a quanto succede in altre parti del mondo. Ne sanno qualcosa gli abitanti della California dove lo scorso venerdƬ si ĆØ abbattuta una tempesta fredda primaverile con la neve che ĆØ caduta alquanto insolitamente a quote molto basse, con un accumulo che ha sfiorato i 5/10 centimetri. E chi voleva andare al mare si ĆØ dovuto portare dietro gli sci… La tempesta, soprannominata Venus, ĆØ portata da un vortice depressionario in scorrimento da Ovest verso Est e colmo che ha imbiancato anche Colorado, North Dakota, South Dakota, Montana e Wyoming. Gli accumuli nevosi non hanno interessato solo le montagne ma anche grandi cittĆ come Denver, Aurora, Rapid City e Chadron. E le previsioni non promettono nulla di buono visto che la morsa del gelo proseguirĆ anche nei prossimi giorni. E se le tempeste di maggio non sono una novitĆ negli Usa Occidentali in alcuni Stati come la California esse sono davvero una raritĆ .
Ma qual ĆØ la causa di un tempo sempre piĆ¹ pazzo? Per la gran parte degli scienziati la colpa ĆØ dei cambiamenti climatici innescati dall’emissione di Co2 nell’atmosfera. L’anidride carbonica prodotta dalla combustione di fonti di energia fossili (come petrolio e carbone) riscalda l’aria e, di conseguenza, scioglie i ghiacciai dei poli, fa innalzare i mari e, in generale, turba progressivamente un equilibrio antichissimo con risultati che osserviamo ogni giorno.Ā Fondamentale da questo punto di vista sarĆ la conferenza di Parigi che si terrĆ a partire dal prossimo novembre, nel quale i governi di 200 Paesi sigleranno l’accordo per la riduzione di emissioni di Co2. StepĀ necessario per evitare il passaggio del punto di non ritorno. Ma non manca chi bolla come bufala mediatica quella dei cambiamenti climatici, i quali, sarebbero sostanzialmente normali nel quadro delle diverse ere terrestri (ci sono state glaciazioni e secoli bollenti anche quando petrolio e carbone se ne stavano tranquilli nella pancia del nostro pianeta). Il mistero del meteo impazzito sembra dunque destinato a rimanere tale.Ā Non resta che armarsi di santa pazienza e impugnare l’ombrello anche quando il sole splende sopra le nostre teste.