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Cinquecento miliardi di dollari. Ecco il costo dei cambiamenti climatici

[cml_media_alt id='5850']cambiamenti-climatici-5[/cml_media_alt]“Dal vertice del 2009 sul clima di Copenaghen, il costo dei disastri legati al cambiamento climatico,  è stato di quasi 500 miliardi di dollari. I poveri sono i primi ad essere colpiti mentre gli impegni internazionali per invertire la minaccia sono ancora in fase di stallo”. A dare l’allarme è l’Ong Oxfam International che spiega come gli ingenti danni alla produzione di cibo siano dovuti ai cambiamenti climatici, che colpiscono i terreni e quindi si ripercuotono sull’agricoltura. Ma nello stesso tempo è la coltivazione stessa che genera emissioni di gas serra innescando un pericoloso circolo vizioso.

Il Summit internazionale del 23 settembre, convocato dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, cercherà di suscitare l’attenzione e l’impegno internazionale per una cooperazione efficace che inverta la rotta.  Ma secondo l’Oxfam i progetti che verranno presentati potrebbero non sortire gli effetti sperati. “I ​​leader mondiali si stanno comportando come se avessimo ancora tempo per giocare, ma in realtà stanno giocando con la vita delle persone – dichiara Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International. – Il cambiamento climatico sta producendo i suoi effetti ora, distrugge tantissime vite e affama sempre più persone nel mondo. I costi stanno aumentando e il ritardo potrà solo peggiorare la situazione”. Secondo l’Ong alcune misure non sarebbero state adottate, come ad esempio gli investimenti nelle energie rinnovabili, nonostante il crollo dei costi di produzione. E alcuni paesi come Canada e Giappone avrebbero disatteso gli impegni presi a Copenaghen. Sarebbero poche le nazioni che si sono impegnate ad aumentare i fondi destinati alla risoluzione del problema. Secondo le stime dell’organizzazione sarebbero necessari 15 miliardi di dollari, mentre, ad ora, sarebbero stati stanziati solo 8,9 miliardi.

Byanyima denuncia un grave vuoto politico mentre l’azione dei governi sarebbe determinante: “L’azione del settore privato non sarà sufficiente da sola. Abbiamo bisogno di una forte leadership politica per catalizzare l’azione globale, richiesta dal mondo scientifico e da un numero crescente di persone in tutto il mondo”. E’ necessario agire per il contrasto ai cambiamenti climatici e le emissioni di CO2. A questo scopo è stata indetta la Giornata mondiale di mobilitazione,  People’s Climate March,  alla quale l’Italia aderirà realizzando a Roma l’evento dal nome “New York chiama Roma”, che si terrà il 21 settembre in via dei Fori Imperiali, in collegamento live con la Grande Mela.

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