Dal sadomaso al feticismo, passando per bondage e tanto altro. Sono decine le perversioni sessuali che nei secoli la mente umana è riuscita a concepire. Alcune sono il frutto di disturbi di natura psicologica, altre, invece, sono vere e proprie pratiche messe in atto con l’obiettivo di provare un’eccitazione sempre maggiore e di amplificare le sensazioni dell’amplesso. Il minimo comune denominatore è: non esistono limiti. Nemmeno quelli che imporrebbe il comune senso della morale o, banalmente, il rispetto del proprio corpo. Nel carnet del sesso estremo non, mancano, infatti, atti volti a provocare o a ricevere dolore, i quali, talvolta, comportano lesioni gravissime o, addirittura, la morte.
Bondage
In questa ultima categoria rientra il bondage, pratica di origine asiatica che consiste nella limitazione della capacità di movimento o sensoriale del partner. Le tecniche più comuni possono essere raggruppate in diverse categorie. Si va dalla costrizione di parti del corpo (raggruppate o ristrette fra loro), all’immobilizzazione totale (la cd “mummificazione”) e alla completa deprivazione dei sensi. Non mancano la separazione o la divaricazione degli arti, il loro collegamento a oggetti esterni muri o sostegni, sino alla sospensione vera e propria del corpo. Ognuna di queste categorie prevede numerosissime varianti, sia a causa della varietà degli strumenti utilizzati (dal bondage verbale, che consiste nel mero ordine da eseguire, fino all’uso di corde, catene, manette, ganci, camicie di forza e altro ancora), sia a causa delle modalità secondo cui questi strumenti sono disposti e adoperati. La pericolosità è evidente: basta un nodo fatto male, un movimento sbagliato per provocare la rottura di un arto o, peggio, il soffocamento. Non mancano episodi di cronaca legati al bondage. Come quello avvenuto qualche anno fa a Roma, nel quale una ragazza rimase uccisa (strangolata) da un cappio stretto attorno al suo collo.
Sadomaso
Ancora più estremo del bondage (se possibile) è il sadomaso, che consiste nell’infliggere e ricevere dolore prima o durante un rapporto sessuale. Importante è la distinzione di ruoli (che possono tuttavia essere scambiati): da una parte c’è il sadico, che si affida a strumenti come corde, fruste, verghe e non lesina violenze verbali o fisiche al partner. Dall’altra il masochista, che si eccita nel trovarsi in una posizione di sottomissione. Obiettivo di queste pratiche è soprattutto quella di far crescere il desiderio, per cui non necessariamente il tutto si concluderà con l’amplesso vero e proprio, che potrà essere rinviato a una successiva occasione. Negli anni i cultori del sadomaso hanno coniato un vero e proprio gergo. Ci sono, innanzitutto, il “Master” o la “Mistress“, a seconda che a svolgere il ruolo di dominatore sia l’uomo o la donna. Dall’altra parte c’è lo “Slave” (lo “schiavo”) cioè il sottomesso. Se la coppia ama scambiarsi le parti si parlerà di “Switch“. “Vanilla” è il sesso normale, ma, “poco saporito”. “Cioccolato” è, invece, il sadomaso vero e proprio. Anche in questo caso il rischio sotteso (al netto di ogni, pur necessaria, valutazione morale) è che il “gioco” possa finir male, con lesioni permanenti sul corpo del partner.
Voyeurismo e scambismo
Ne “L’Uomo che guarda” Tinto Brass affronta il tema del voyeurismo (dal francese voyuer cioè “colui che guarda”), cioè l’eccitazione (a volte di natura patologica) provocata dall’osservare persone nude, seminude, nell’atto di cambiarsi d’abito o mentre fanno sesso. Il tutto è accompagnato, solitamente, dall’autoerotismo praticato dal “guardone”. La sua caratteristica principale è che i voyeur normalmente non sono direttamente connessi con l’oggetto del loro interesse, che è spesso ignaro di essere osservato. E’, infatti, proprio la clandestinità a eccitarli. Diverso è, invece, il voyeurismo consensuale, diffusosi soprattutto con internet, che consiste nell’organizzazione – soprattutto in luoghi pubblici – di rendez vouz erotici tra più coppie le quali si accordano con il guardone di turno per farsi osservare mentre fanno l’amore. Non manca, poi, chi si eccita nel vedere il proprio partner mentre viene posseduto da una o più persone. Il fenomeno si avvicina a quello dello scambismo, con la sostanziale differenza che, in quest’ultimo caso, entrambi i membri della coppia sono parte attiva di un amplesso con sconosciuti, in luoghi privati o in locali ad hoc.
Feticismo e parafilia
Col feticismo entriamo nel campo dei disturbi psicologici, più o meno gravi. Tecnicamente esso consiste nello spostamento della meta sessuale dalla persona viva nella sua interezza a un suo sostituto. Quest’ultimo può essere o una parte del corpo (più spesso i piedi, le mani, i capelli, le gambe e il seno) o un indumento (scarpe, guanti, indumenti intimi ecc). Chi non ricorda, ad esempio, il business delle mutandine usate che esplose in Giappone qualche anno fa, con tanto di distributori automatici? Il feticismo viene considerato parte di una più ampia gamma di perversioni, la cosiddette parafilie. Si tratta di deviazioni quasi sempre aberranti. Vi sono ricompresi, fra gli altri, l’interesse sessuale per persone affette da disabilità o menomazioni fisiche, manichini e oggetti d’arredo (talvolta antropomorfizzati con capi d’abbigliamento), animali (zoofilia), cadaveri (necrofilia), escrementi (coprofilia), individui molto più grandi o molto più piccoli di età e così via.
Nella diffusione di alcune di queste depravazioni un ruolo molto importante lo gioca l’industria del porno, la quale, a fronte di lauti guadagni, ha consentito lo sdoganamento di pratiche un tempo confinate nelle camere da letto e oggi sempre più spesso percepite come desiderabili. Il tutto porta a una esponenziale espansione del fenomeno dell’esibizionismo e alla nascita di un pericoloso circolo vizioso nel quale l’uomo sta svendendo la sua dignità di persona.