Continua la lotta alla corruzione in Cina. E questa volta a finire in manette è il capo del contro spionaggio Ma Jian, attuale vice ministro della Pubblica sicurezza cinese. A darne la notizia sono stati il South China Morning Post di Hong Kong e il Financial Times. Ma Jian, che in passato aveva contribuito a smascherare un funzionario che lavorava per la Cia e un altro che aveva rapporti con la Corea del Nord, è ora finito nelle grinfie dell’organo che si occupa di dare la caccia ai corrotti di Pechino, cioè la Commissione Disciplinare del Partito Comunista Cinese.
Nei giorni scorsi altri due esponenti di alto livello della scorsa amministrazione cinese erano finiti in carcere: si tratta di Zhou Yongkang, ex capo degli apparati di pubblica sicurezza cinesi, e Ling Jihua, ex segretario personale di Hu Jintao. L’ultimo obiettivo della lotta alla corruzione sono le fazioni interne al partito comunista, oggetto di un intervento dello stesso presidente cinese Xi Jinping che vuole colpire chi “intende organizzare cricche all’interno del partito per i propri affari personali”. Inoltre la lotta alla corruzione è stata riportata alla ribalta dalla pubblicazione delle citazioni del presidente sulla corruzione: un volume della Central Party Literary Press, suddiviso in nove sezioni, che comprende 216 estratti da oltre 40 discorsi e articoli di Xi Jinping sul tema.