Un’enorme macchia solare, grande due volte il diametro della Terra (circa 12.756 km) è comparsa sulla superficie della nostra stella. A fotografarla è stato il radiotelescopio Atacama Large Millimeter Array (Alma) che – per la prima volta dalla sua attivazione nel 2013 – sta studiando il Sole, la stella madre del sistema solare. Situato a 5000 metri d’altitudine nel deserto di Atacama in Cile, Alma è un progetto sviluppato in collaborazione tra Europa, Nord America, Asia orientale e Repubblica del Cile.
Per il suo debutto in questo nuovo campo di osservazioni Alma si è concentrato su una macchia solare comparsa pochi giorni fa sulla superficie solare. I primi scatti hanno subito messo in luce dettagli della macchia impossibili da vedere per la stragrande maggioranza dei telescopi solari oggi in uso, evidenziando in particolare delle grandi irregolarità presenti attorno al ‘buco’ scuro.
Una macchia solare è una regione della superficie del Sole (la fotosfera) che si distingue dall’ambiente circostante per una temperatura minore ed una forte attività magnetica. Anche se le macchie solari, di per sé, sono estremamente luminose, il contrasto rispetto alle regioni circostanti (molto più luminose) le rende visibili facendole apparire come “macchie scure”.
I dati che arriveranno da Alma promettono di fornire molte nuove informazioni per capire meglio quello che avviene sulla nostra stella, come i meccanismi che portano alla formazione delle macchie e riuscire in futuro a prevedere l’evoluzione delle tempeste magnetiche che periodicamente sconvolgono l’atmosfera del Sole e che possono comportare anche rischi per il nostro pianeta. Il numero di macchie che appaiono sulla superficie del Sole (misurate a partire dal 1700) è infatti in costante aumento: i valori più grandi sono stati registrati negli ultimi 50 anni.
Alcuni studiosi ritengono che le macchie solari siano la causa alla base del riscaldamento globale e che l’uomo e i suoi consumi abbiano contribuito in parte solo minima al fenomeno rispetto ad esse. Piccole variazioni della radiazione solare, secondo gli ultimi studi, avrebbero una visibile influenza sul clima terrestre. Una prova storica si ebbe tra il 1645 e il 1715, quando durante una drastica riduzione nel numero delle macchie solari (detta minimo di Maunder, dal nome dell’astronomo inglese che osservò la circostanza) la Terra si raffreddò in modo consistente.
Nonostante Alma sia nato per lo studio del cielo notturno e puntare le parabole verso una fonte di luce così intensa come quella solare avrebbe danneggiato gli strumenti facendoli fondere, grazie ad alcune modifiche le 66 parabole mobili del radiotelescopio dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) hanno potuto scattare le immagini senza riportare danni.