Sessant’anni fa, il 25 marzo 1957, in un giorno di pioggia battente, i rappresentanti di Italia, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Germania (quella dell’Ovest, all’epoca non c’era il muro ma la divisione era ben radicata) si ritrovarono nella sala degli Orazi e Curiazi, in Campidoglio, per firmare i Trattati che davano vita alla Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica. Era l’embrione di quell’Unione che ha poi percorso strade tortuose ma ha in qualche modo garantito, pur tra mille distinguo, difficoltà e diffidenze, una pace duratura a gran parte del Vecchio Continente, allargandosi fino a 28 membri. Malgrado la Brexit, Roma si appresta a celebrare quella ricorrenza tra misure di sicurezza imponenti, mal di pancia populisti, allarme terrorismo e rifiuto di una burocrazia asfissiante. Appuntamenti importanti che iniziano già oggi.
Il programma
Oggi dalle 10.30 alle 13.00 il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, i vice presidenti e i presidenti dei gruppi politici del Parlamento si recano in visita istituzionale a Norcia, dove incontrano le autorità locali e la società civile.
Alle 18.00 i leader dei 27 Paesi si recano in Vaticano per l’udienza con Papa Francesco. Saranno presenti anche i rappresentanti delle Istituzioni europee: oltre a Tajani, Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, e Jean-Claude Junker, presidente della Commissione. Dopo il discorso del presidente del Consiglio Gentiloni, e di Tajani, il Santo Padre rivolgerà un atteso discorso prima della foto nella Cappella Sistina.
Domani mattina i capi di Stato e di governo e i vertici delle istituzioni europee arriveranno presso il Palazzo dei Conservatori in Campidoglio dove dalle 10 alle 11.20 è prevista la commemorazione che si concluderà con la firma della Dichiarazione di Roma da parte dei leader nella Sala degli Orazi e Curiazi. Dopo la foto di rito alle 12 è prevista una conferenza stampa con Gentiloni, il primo ministro di Malta Joseph Muscat (presidente di turno della Ue), Tajani, Juncker e Tusk. Alle 13 il programma si chiude con la colazione al Quirinale offerta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Rischio infiltrati
Mai come in questo caso si può parlare di città blindata, soprattutto dopo l’attentato di Londra e l’input arrivato stamattina dal Casa, il Comitato di analisi strategica anti terrorismo: un “ulteriore rafforzamento dei controlli nelle aree dove si svolgeranno le cerimonie”. Osservati speciali, oltre agli obiettivi sensibili, i “luoghi con maggior afflusso di persone”. Lo stesso Mario Parente, direttore dell’Aisi, l’Agenzia di informazioni per la sicurezza interna, nel corso di circa tre ore di audizione davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, avrebbe affermato che i rischi maggiori sono legati al pericolo che dei soggetti possano infiltrarsi nei cortei e approfittare delle forme pacifiche del dissenso per compiere azioni violente e danneggiamenti. L’area monitorata con maggiore attenzione resta quella dei centri sociali, in particolare da 100-200 attivisti che potrebbero partecipare a una delle manifestazioni di domani.
Le misure di sicurezza
In campo saranno schierati 5 mila uomini e donne delle forze dell’ordine, impegnate già da ieri nelle bonifiche delle vie interessate dagli eventi e di quelle limitrofe: ad aiutare tiratori scelti, artificieri e unità cinofile saranno anche droni videocamere (un centinaio).
Le zone off limits
L’area riservata alle sole celebrazioni ufficiali, sarà “blu” (non rossa, in omaggio ai colori della bandiera europea) e includerà piazza Venezia, piazza dell’Ara Coeli, piazza San Marco, parte di via Petroselli per chiudersi attraverso i Fori Imperiali e piazza Madonna di Loreto. Sarà presidiata sin dalle prime ore di oggi e vietata al traffico veicolare dalle 00.30 di sabato; dalla stessa ora il transito pedonale sarà consentito “solo agli aventi titolo” e dopo gli opportuni controlli. La “zona verde” comprenderà via 4 novembre, largo Magnanapoli e via Nazionale, costeggera’ piazza delle Repubblica e ridiscenderà fino a via del Corso lungo tutta via del Tritone: l’area, operativa dalle 7 di domani, sarà inibita al traffico veicolare dalle 7,30 di sabato.
Bus deviati e stazioni metro chiuse
Dalle 00.30 di domani le fermate e i capilinea dei mezzi di trasporto pubblico presenti nelle due aree saranno sospese; chiuse anche la fermata “Colosseo” della metro B e le fermate “Spagna” e “Barberini” della metro A a partire dall’ultima corsa della serata del 24 marzo e per tutta la giornata del 25. Chiusi dalle 19 di oggi e per tutto sabato Foro romano, Foro Palatino, Fori Imperiali, Foro e Mercati di Traiano, Teatro Marcello (limitatamente all’accesso di via del Teatro di Marcello), Colosseo, Domus Aurea, Domus Romane, Musei Capitolini, Complesso del Vittoriano e Scuderie del Quirinale.
No fly zone
Dalle 8 di oggi “sino a cessate esigenze” il sorvolo sulle aree interessate dagli eventi “sarà interdetto al traffico non commerciale” (in gergo, si parla di “no fly zone”). Dalle 00.00 alle 24 di domani, invece, “sarà vietato l’accesso di qualunque veicolo adibito al trasporto di merci (compresi quelli di massa inferiore alle 3,5 tonnellate) in tutte le Ztl del centro storico”; dalle 6 di oggi e fino alle 24 del 25, in tutta la zona delimitata dalla Ztl denominata “anello ferroviario” “sarà vietato il trasporto di merci pericolose (armi, esplosivi, combustibili)”.
I cortei
Quattro cortei e due sit-in dovrebbero portare in piazza tra 25.000 e 30.000 persone, anche se i timori del dopo Londra potrebbero spingere qualcuno a ripensarci. Il rischio maggiore è quello che “professionisti degli scontri” infiltrino le manifestazioni rendendosi autori di violenze. Comunque dovrebbero essere poche decine i ‘black bloc‘ in arrivo dall’estero: vetrine più appetibili per loro sembrano essere il G7 di Taormina a maggio e il G20 di Amburgo a luglio. I partecipanti ai cortei dovranno “lasciare, prima delle manifestazioni, caschi e copricapi”; vietati l’utilizzo di “vestiario idoneo al travisamento o utile ad impedire l’identificazione” e “l’utilizzo di petardi o altro materiale esplodente”. Zaini e borse saranno “tutti controllati dagli agenti”. I cortei autorizzati sabato saranno quattro: alle 11 i partecipanti al corteo del Movimento federalista europeo si ritroveranno alla Bocca della Verità per poi raggiungere l’Arco di Costantino; qui ci sarà il ricongiungimento con il corteo di Nostra Europa, partito sempre alle 11 da piazza Vittorio. Nel pomeriggio, alle 14 il corteo di “Eurostop” partirà da piazza Porta San Paolo, percorrendo via Marmorata, via Luca della Robbia e lungotevere Aventino: tappa finale, Bocca della Verità. E’ quello che si annuncia più folto, previsti circa 8 mila partecipanti. Ed è anche considerato il più esposto al rischio di infiltrazioni, al punto che i promotori hanno invitato gli abitanti di Testaccio, lo storico quartiere che sarà attraversato dal corteo, “a respingere gli allarmismi e il clima di terrore intorno ad una manifestazione pacifica e popolare”. Alle 15, infine, partirà da piazza dell’Esquilino il corteo di Azione Nazionale che terminerà in via dei Fori Imperiali. I due sit in si terranno invece dalle 10 alle 15 all’Auditorium Angelicum (Azione nazionale) e alle 15 in piazzale Tiburtino (Partito comunista).