Con il termine “celiachia” si intende un’intolleranza permanente al glutine del sistema immunitario. Compare in soggetti geneticamente predisposti, ma non è necessariamente genetica. Se si assumono alimenti contenenti glutine si scatena una reazione immunitaria dell’intestino e una conseguente un’infiammazione cronica , che ha come conseguenza la scomparsa dei villi intestinali. I villi ci permettono di assorbire dagli alimenti le sostanze nutritive. Nei soggetti ciliaci i villi regrediscono o, se non diagnosticata in tempo addirittura scompaiono, causando carenze e scompensi e provocando diverse patologie.
Secondo l’Associazione Italiana Ciliachia 1 persona su 100 ne soffre, ma sarebbero molti coloro ai quali non sarebbe stata diagnosticata. In base alla relazione al Parlamento sulla Celiachia del 2012, erano 135.000 le diagnosi per celiachia, ma si considera che nel nostro paese i ciliaci siano 600 mila, quindi sono ben 465 mila le persone che non sanno di esserlo. Ogni anno si conta che la percentuale di persone ciliache stia aumentando del 10%. Inoltre la celiachia può insorgere a qualsiasi età. “La celiachia è una patologia complessa multi sintomatica e plurifattoriale e in alcuni casi, può quindi essere difficile da diagnosticare” – afferma la dott.ssa Caterina Origlia, medico chirurgo specialista in Medicina Interna e in Terapia Olistica.
Vi sono molti personaggi noti che se ne dichiarano affetti, come il conduttore Daniele Bossari, le attrici Claudia Koll e Gaia De Laurentis. Tra i sintomi più diffusi diarrea, mal di pancia, stanchezza cronica, anemia, perdita di peso, dermatiti e dolore alle ossa. Secondo Umberto Volta, docente di Medicina Interna all’Università di Bologna e Coordinatore del Board Scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia, tra le cause dell’aumento di questo disturbo ci sarebbe “il consumo di varietà di grano modificate per l’uso sempre più indiscriminato dei fertilizzanti, che contengono una maggior quantità di proteine tossiche, ma anche i ridotti tempi di lievitazione dei prodotti da forno, che contribuiscono a una maggiore tossicità degli alimenti contenenti glutine”.
Anche se dagli anni ’90 negli Usa sono in fase di sperimentazione un vaccino preventivo ed anche una pillola tampone, non esiste ancora una cura farmacologica certificata. L’unico rimedio che si considera attualmente valido è una dieta bilanciata che sopperisca eventuali carenze. Secondo la dott.ssa Caterina Origlia “andrebbero limitati gli alimenti a forte contenuto proteico di origine animale a favore dei prodotti vegetali come frutta, verdura, legumi, cereali e semi oleaginosi. Non vanno bene i grassi saturi in eccesso, così come i cibi ricchi di colesterolo. L’attenzione – continua la dott.ssa – va data all’origine degli alimenti che si scelgono: devono essere sempre di produzione certificata, preferibilmente a filiera corta e, laddove possibile, a kilometro zero”. Dunque cibi sani, di provenienza controllata e certificata, il più possibile privi di sostanze tossiche e nocive. Un occhio quindi alla scelta dei cibi e uno alla preparazione, preferendo la cottura al vapore, a bassa temperatura, consumare cibi a crudo, così si è certi di mantenere intatte le proprietà nutritive.
Buone notizie però, in commercio sono sempre più diffusi alimenti privi di glutine in gran varietà di prodotti, realizzati da moltissimi marchi noti e non “specializzati”, a base di farine alternative come ad esempio quella di riso o grano saraceno, che fanno tornare il sorriso agli amanti di pasta, pane e pizza.