Passare dal garage per uscire dalle favelas. Questo è quello che cerca di fare “Il sorriso dei miei bimbi “, l’associazione italiana che da oltre 10 anni opera a Rocinha, la favela più grande di tutto il Sudamerica, alle spalle di Ipanema spiaggia da cartolina di Rio de Janeiro.
I ragazzi sono alle prese con l’inaugurazione del Garagem das letras, il primo caffè letterario di Rocinha. Caffè che, pur essendo ancora in fase di progettazione, ha già avuto i suoi primi clienti: alcuni ragazzi che lavorano per il narcotraffico come ‘fogueteiros’ – cioè quelli che con dei petardi annunciano l’avvicinarsi della polizia – e come venditori. Hanno tra i 13 e i 14 anni e vivono in un mondo dove tutto è limitato alla convivenza con armi, droga e morte.
Tre le prime inizative, una sarà dedicata alla cucina, una alla musica e una all’arte. Corsi di mosaico, di murales, di stickers, di cinema, di pre e post produzione di video. Sarà possibile collegarsi a Internet e partecipare a rassegne cinematografiche: arriverà un busker italiano (artista di strada) e una mostra di fotografia urbana. Il garagem è aperto a tutti saranno invitati i carioca in favela, sperando che poi facciano il contrario.
Oggi la onlus, in Brasile, segue 103 bimbi alla scuola materna, tiene 2 corsi di alfabetizzazione per adulti, porta avanti progetti di alfabetizzazione e rinforzo scolastico (per i ragazzini che non hanno alle spalle una famiglia in grado di supportarli culturalmente) . Così le persone cominciano a uscire dall’ emarginazione se anche una sola di loro, grazie all’associazione, riesce a leggere un cartello stradale, il lavoro dei volontari avrà ottenuto il suo scopo .
Insomma spazi dove le persone possano entrare, senza discriminazione o restrizioni. Anche dalla porta di un garage in fondo è possibile entrare nel futuro.