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Bufera animalista per un cane mentre Ebola semina morte umana

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L’uomo è davvero una creatura affascinante e misteriosa capace con la sinergia tra il proprio intelletto e la creatività di fare scoperte straordinarie e di eccezionale utilità come pure di  precipitare tanto in basso da sfiorare il ridicolo. Ho apprezzato qualche giorno fa il vostro “Schiaffo” evidenziare l’indifferenza che il virus Ebola ha generato allo scorso marzo, quando si sono verificati i primi decessi e la interessante provocazione sulla sensazione generale che non si sia presa seriamente in considerazione l’ipotesi di estensione globale del fenomeno piuttosto che un problema del continente più martoriato della storia e del mondo.

E adesso che i lettori si sono troppo assuefatti alla visione di immagini di malati, di cadaveri, di medici imbavagliati e di facce prese dal panico, qualcuno, per fortuna non voi, ha deciso di dare la notizia di un cane abbattuto perché affetto da ebola. Per carità, rattrista l’abbattimento della povera bestia ma tutto il vespaio che ne è nato con appelli in rete per salvare il cane dalla sua fine, animalisti a circondare l’abitazione arrivati persino ad azzuffarsi, forse è troppo. O forse andrebbe bene se ci fosse una savia metratura tra uomini e animali. L’uomo deve fare i conti con una seconda malattia, il sensazionalismo. Non adoperiamo la stessa tenacia, la stessa energia e la stessa rivoluzione quando si parla di vite umane. Il mio è solo un consiglio a chi scrive e a chi legge di usare sempre il giusto metro. Perché questo animale qualche ora fa sconosciuto, oggi è sulla bocca di mezzo mondo ma nessuno ricorda il nome di un solo bambino tra le tante vittime isolate di questo virus. Rispetto per tutti.

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