BRUCE, DAL GENDER AL SUICIDIO

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“Papà qual era il mio nome?” chiese Brenda dopo aver capito che la sua vita era stata per lungo tempo ingannata. All’anagrafe nasce come Bruce ma all’età di due anni, in seguito a un’operazione riuscita male viene costretto a vivere come una bambina, fino alla scoperta in età adolescenziale della sua vera identità.

E’ il 1965 quando all’ospedale St. Boniface a Winnipeg in Canada, vengono alla luce due gemelli monozigoti: Bruce e Brian Reimer. Per entrambi è necessaria un circoncisione a causa di un problema di fimosi al pene. L’intervento semplice e di routine non preoccupa i genitori Ron e Janet.

Il giorno dell’operazione, 27 aprile 1966, la cittadina canadese viene avvolta da una tempesta di neve e il medico che si occupa non riesce a raggiungere la clinica. Il sostituto decide quindi di operare i bambini non con il bisturi ma ricorrendo a una macchina. Dopo due tentativi falliti di incisione sulla pelle il dottore aumenta il voltaggio dello strumento chirurgico che evira il piccolo Bruce.

I Reimer, disperati per l’accaduto, sottopongono il caso del loro bambino al parere di diversi esperti del campo, fino a quando un giorno vedendo casualmente in televisione un uomo carismatico dall’indiscutibile arte oratoria si convincono di poter trovare una soluzione al problema.

Si tratta del dottor John Money che nel 1963 aveva fondato la Clinica per l’identità di Genere per pazienti con sintomi transessuali. Lo psicologo neozelandese vede nel caos del piccolo Reimer l’occasione perfetta per approfondire le sue ricerche. Fino a quel momento i suoi pazienti erano persone con problemi di ermafroditismo. Bruce invece diventa la cavia perfetta per dimostrare che l’identità di genere è definita dal contesto socio-culturale e non da una realtà biologica.

Prima di proseguire con il racconto è importante rendersi conto di cosa accade oggi in Italia dove al Parlamento si sta discutendo il disegno di legge n. 1680 avanzato dalla senatrice Pd Valeria Fedeli. Se venisse approvato l’introduzione dell’educazione gender nelle scuole diverrebbe obbligatoria. Sotto la generica definizione di “superamento degli stereotipi di genere” sembra nascondersi un vero e proprio indottrinamento che vorrebbe imporre alle nuove generazioni a scegliere il proprio genere sin dalla più tenera età.

L’eco che gli studi e le ricerche del dr. Money hanno avuto nel mondo occidentale in Italia trovano terreno fertile con gli ultimi governi, i quali hanno sdoganato la diffusione dei volumi “Educare alla diversità nelle scuole”. A Roma 16 istituti hanno partecipato a un corso di formazione per insegnanti durante il quale è stato spiegato che un bambino di 3 anni è capace e libero di scegliere il proprio sesso. In Svizzera, dove hanno addirittura creato dei “sex box”, i piccoli possono trovare pelouches di organi genitali per conoscere meglio il loro corpo. In Svezia è nato l’asilo “Egalia” per bimbi neutri che sceglieranno solo in seguito il genere cui appartenere. In Germania invece l’insegnamento delle teorie gender è obbligatoria e qualora non si fosse d’accordo si rischia l’espulsione. Insomma un vero schiaffo al fondamento stesso della famiglia basato sull’unione tra uomo e donna.

Tornando alla storia di Bruce, tutto ha inizio con lo psicologo della clinica di Baltimora che decide di “prendere a cuore” il caso Reimer, affermando che basta una semplice operazione e una ferrea educazione da signorina per risolvere il problema. Nel 1967 la famiglia sottopone il piccolo all’intervento chirurgico che lo porta a diventare Brenda e, seguendo il consiglio dell'”esperto” inizia a vestire Bruce come una bambina con la promessa di sottoporlo annualmente a una visita di controllo.

Secondo il dottor Money la “piccola” cresce felice e senza problemi ma in realtà quello che accade dentro la famiglia Reimer è ben lontano dall’essere tutto rose e fiori. Brenda, infatti, sebbene cresciuta come una bambina, si muove e cammina come un maschio, fa la pipì in piedi, difende il fratello gemello dai compagni picchiandoli e sempre più spesso ruba giochi da bambino e macchinine.

Durante le visite annuale i due fratellini vengono obbligati a vedere scene di sesso esplicito per poter rafforzare il ruolo di genere. Con il passare del tempo le cose non migliorano, anzi, la “bimba” diventa sempre più chiusa e taciturna e i genitori si ritrovano divisi tra le insegnanti, che consigliano un percorso alternativo, e il dr. Money che suggerisce alla famiglie terapie sempre più estreme, come quella di girare in casa senza abiti e frequentare spiagge di nudisti. La soluzione proposta dal guru del gender non fa che peggiorare le condizioni di un nucleo ormai distrutto.

Il 14 marzo 1980 Ron, il padre dei gemelli, prende coraggio e racconta la verità al figlio che finalmente può dare un senso a quegli anni di dolore. Decide di chiamarsi David, ispirandosi al re biblico che sconfisse il grande Golia.

Il 22 settembre 1990 si sposa con una ragazza e inizia così quella vita tanto desiderata. Nel 2002, in seguito al suicidio del gemello arriva il colpo finale. In balia della sofferenza, della rabbia e dei sensi di colpa anche David si toglie la vita il 4 maggio 2004, quando ha 39 anni.

Hortensia Honorati: