Roma stuprata. L’attacco degli hooligans al cuore della Capitale va oltre il lancio di fumogeni e di bombe carta in piazza di Spagna contro le forze di polizia. E’ il disprezzo con il quale si usano monumenti secolari come fossero bidet, è l’arroganza per la quale i vicoli della città eterna così come le vetrine di via Condotti si trasformano in orinatoi, è l’insensibilità con cui una piazza può essere trasformata in una pericolosa discarica a cielo aperto di bottiglie rotte. Nessun rispetto per la Storia, per l’Arte, per il Paese che li ospita; ma neanche per il popolo italiano.
Campo de Fiori per due giorni è stata consegnata alla follia dei supporter del Feyenoord, per molti dei quali la gita all’ombra del Cupolone è stato solo un modo per cercare lo sballo, e lo scontro; inutile il divieto di vendita e somministrazione di alcolici nei municipi I, II e XV, che corrispondono al centro storico e alla zona dello stadio Olimpico scattato da mercoledì sera alle 20. “Un’ordinanza fatta alla svelta – ha sottolineato la Confesercenti – molti operatori non ne sapevano nulla. E poi gli ambulanti abusivi continuavano a vendere bottiglie di birra, ma nessuno dice nulla”.
E così Roma si è mostrata al mondo con via Condotti piena di gente che vomitava, faceva pipì sui muri, si picchiava a sangue. Una scena che si è ripetuta un po’ tutti i centri di raccolta dei tifosi sparsi per la città dove si è dovuto fare i conti con le molestie dei tifosi ubriachi. E ancora file di motorini scaraventati a terra, vetri delle auto spaccate. Un dato su tutti: l’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, ha raccolto ben 20 metri cubi di spazzatura. Uno schiaffo alla capitale della cultura.
Una fotografia che innesca inevitabilmente una serie di domande: è questo il calcio? Un pretesto per sfogare la propria rabbia? E perché nessuno li ferma prima? Dove sono e quali responsabilità hanno le società calcistiche?
E’ insopportabile vedere che arrivano, fanno disastri e se ne vanno praticamente impuniti, lasciando macerie e danni da pagare. Spese ingenti, perché ad essere toccato è il patrimonio culturale più importante al mondo, dove ogni monumento, ogni capitello, ogni angolo vale un patrimonio. “Già martedì sera qui a Campo de’ Fiori la polizia era stata costretta a caricare per disperdere alcuni ultras ubriachi”, ha raccontato un esercente.
“Intorno alle 6 ho deciso di chiudere e andare a casa per paura che mi devastassero tutti i banchi. Erano qui dalla mattina e piano piano sono diventati centinaia, migliaia. Prendevano i fiori senza pagare e li lanciavano”, è stata la testimonianza di un fioraio di Campo de’ Fiori, al quale ha fatto eco Fabrizio Roscioli, proprietario dello storico panificio della piazza: “Erano qui già da due giorni e ci hanno costretto a chiudere. Abbiamo segnalato più volte questa situazione al prefetto, ma non sono stati presi provvedimenti”. In cifre, i commercianti lamentano danni per tre milioni di euro.
Ci sono pochi posti al mondo dove può accadere una cosa del genere, e l’Italia – purtroppo – è uno di questi. Dalla guerriglia urbana alle grandi tragedie siamo un Paese “cornuto e mazziato”, come da tradizione popolare. Da Piazza di Spagna al Cermis, dallo stadio Olimpico a Nuova Delhi, paghiamo sempre noi i danni provocati da altri. L’ambasciatore in Italia ha già detto che “non credo che il Governo olandese possa pagare il nuovo restauro della Barcaccia”.
Ma siamo sicuri che sia solo colpa altrui? Nei Paesi d’origine di questi hooligans le strade sono intonse, nessuno si permette simili azzardi; tantomeno i tifosi ospiti di una squadra di calcio. E anche la vita quotidiana scorre su binari più definiti. Qui da noi invece la doppia o tripla fila è la normalità, il mancato pagamento di un biglietto è la prassi, la scarsa attenzione per i monumenti una consuetudine. Perché sorprendersi se poi chi arriva pensa di poter fare i propri comodi?
Va cambiata una mentalità, a partire dal basso fino ad arrivare ai vertici. Ora come sempre è il momento del rimpallo delle responsabilità, altro fenomeno caratteristico del Belpaese, condito con strumentalizzazioni politiche da una parte e dall’altra: chi chiede le dimissioni del ministro di centrodestra, chi invece quelle del sindaco di centrosinistra. In una tragicomica recita dove, al botteghino, passano sempre i cittadini mettendo mano al portafoglio. Che è sempre più vuoto.