La vita del cristiano si può riassumere in tre atteggiamenti: stare “in piedi” per accogliere Dio, in paziente “silenzio” per ascoltarne la voce, “in uscita” per annunciarlo agli altri. E’ quanto ha spiegato Papa Francesco all’omelia della Messa del mattino celebrata in Casa Santa Marta.
Tutti possono essere assaliti dalla “paura” di non farcela e per tutti c’è il rischio di entrare in uno stato di “depressione” quando la fede si annebbia. “Per incontrare Dio – ha detto Papa Francesco – è necessario tornare alla situazione in cui l’uomo era al momento della creazione: in piedi e in cammino. Così ci ha creato Dio: alla sua altezza, a sua immagine e somiglianza e in cammino”.
Con riferimento alla lettura sull’incontro tra Dio e il profeta Elia, Bergoglio ha poi sottolineato che Dio ci parla “nel silenzio”. La terza richiesta dell’angelo a Elia è: “Esci”. In ciò, ha sottolineato Francesco, si coglie lo sprone “a essere in cammino, non chiusi, non dentro il nostro egoismo della nostra comodità”, ma “coraggiosi” nel “portare agli altri il messaggio del Signore”, cioè andare in “missione”.
“Dobbiamo sempre cercare il Signore. Tutti noi sappiamo come sono i momenti brutti: momenti che ci tirano giù, momenti senza fede, oscuri, momenti in cui non vediamo l’orizzonte, non siamo capaci di alzarci. Tutti sappiamo questo! Ma è il Signore che viene, ci ristora col pane e con la sua forza e ci dice: ‘Alzati e vai avanti! Cammina!’. Per incontrare il Signore dobbiamo essere così: in piedi e in cammino. Poi aspettare che Lui ci parli: cuore aperto. E Lui ci dirà: ‘Sono Io’ e lì la fede diviene forte. La fede è per me, per custodirla? No! E’ per andare a darla ad altri, per ungere gli altri, per la missione”.