Brasile, patria del calcio e della samba. Paese della “alegria”, del carnevale, delle immense spiagge assolate. Meta privilegiata di chi sogna di cambiar vita e oggi economia in via di sviluppo. Tra mondiali (passati) e olimpiadi (venture) lo Stato sudamericano cerca di vendere un’immagine diversa rispetto a quella di qualche tempo fa. Un’operazione commerciale che, tuttavia, non riesce a nascondere conflitti sociali, povertà e fame. E che racconta storie terribili, impensabili per chi vive dalle nostre parti. Vicende di infanzia rubata, calpestata e, spesso, interrotta con un colpo di pistola. L’ultima arriva da Encruzilhada, piccolo comune del distretto di Bahia, una delle zone turistiche più famose del Brasile, con i suoi 50 km di lidi e le oasi faunistiche per le tartarughe marine. Bellezze naturali che si alternano con feroce semplicità alle miserie umane del piccolo centro, situato nell’entroterra. Qui un uomo, per soli cinque euro, può comprare un biglietto della lotteria che, in caso di vittoria, consente di abusare sessualmente di un bambino la cui età può scendere fino a 10 o 11 anni. Uno schiaffo all’umanità, ai diritti dell’infanzia, ad ogni conquista fatta dalla preistoria a oggi. Il crimine è stato denunciato dall’organizzazione umanitaria “Meninadanca” (letteralmente “balla bambina”), che ha sede anche in Inghilterra.
“Sono casi scioccanti, ma che purtroppo non costituiscono una sorpresa in questa zona, e nessuno fa niente”, ha detto all’Ansa il fondatore della onlus Matt Roper. L’ong si occupa di bambine in condizioni di rischio che vivono nelle comunità situate lungo la Br-116, l’autostrada più lunga e movimentata del Brasile. Sulla vicenda starebbe già indagando la polizia locale, dopo l’interessamento anche dell’avvocato Michael Farias, direttore del Nucleo di difesa di bambini e adolescenti dell’Università statale del sud-est di Bahia (Uesb). Ma i volontari sono convinti che lo sfruttamento sessuale di minorenni avvenga alla luce del sole, spesso addirittura con il consenso tacito delle stesse forze dell’ordine. La “riffa delle bambine” sarebbe così nota che molti pedofili arrivano persino da città lontane. I partecipanti comprano un biglietto da 30 reais (poco più di otto euro) per cercare di vincere il “premio” in palio: una bimba (ma può essere anche un bimbo) da poter poi molestare liberamente. Le scommesse sarebbero organizzate da narcotrafficanti che, per aumentare gli introiti, metterebbero in palio anche “minori illibati”.
Una storia che, purtroppo, conferma l’allarme sulle condizioni dei minori in Brasile. Basti pensare che circa l’80% degli omicidi registrati riguarda ragazzi tra i 14 e i 24 anni, in particolare nelle periferie di città come Rio de Janeiro, Fortaleza e San Paolo. Altro dramma è quello della prostituzione. Secondo un rapporto diffuso nel 2010 dalla Bbc la nazione sudamericana da questo punto di vista batterebbe persino la Thailandia. Proprio per questo l’Ecpat (Onlus per la difesa dei diritti dei bambini) in occasione dei Mondiali di calcio dello scorso anno aveva lanciato la campagna #DontLookAway, ovvero “non distogliere lo sguardo”. Ai visitatori veniva rivolto l’invito a essere responsabili. Sono infatti soprattutto le zone più turistiche a essere funestate dal fenomeno. Tra i clienti più assidui ci sarebbero soprattutto italiani, portoghesi e tedeschi. Una vergogna nella vergogna. E poi saremmo noi europei a dover dare lezioni di civiltà agli altri…