Il Movimento 5 Stelle trionfa ai ballottaggi e conquista Roma e Torino. I grillini, all’esito delle elezioni amministrative, diventano la prima forza politica del Paese. Il Pd può consolarsi solo con Milano, dove Giuseppe Sala ha battuto Stefano Parisi (centrodestra) ma con una forbice meno ampia di quella che ha separato, nella Capitale, Virginia Raggi da Roberto Giachetti e, nel capoluogo piemontese, Chiara Appendino da Piero Fassino. Anche il centrodestra perde in molte città con l’eccezione di Trieste dove Roberto Dipiazza scalza il Pd Roberto Cosolini, mentre a Napoli e Bologna gli elettori riconfermano Luigi De Magistris e Virgilio Merola (Pd).
Il M5S dunque si conferma “macchina da ballottaggi”, come lo ha definito l’Istituto Cattaneo, e nei 20 comuni in cui si è presentato (su 126 totali di questa ultima tornata elettorale) ottiene la vittoria in 19 casi. Non solo, riesce ad eleggere la prima sindaca della capitale e a prendere Torino, città simbolo per la sinistra governata da Piero Fassino negli ultimi anni. “Hanno vinto i Romani – dice una Raggi emozionata in conferenza stampa – Parte un’era nuova, sono pronta a governare”.
La nuova prima cittadina, annuncia lo sfidante Roberto Giachetti, si troverà davanti un’opposizione “costruttiva ma determinata”. E comunque, fa i conti il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, la vittoria del Campidoglio è dovuta anche all’appoggio del fronte Meloni-Salvini. Dopodiché, ci tiene a sottolineare fin dall’inizio il Pd, una cosa è la competizione elettorale e politica, un’altra sono i leali rapporti istituzionali: a prescindere dal colore del sindaco, il “governo ci sarà”, chiarisce Rosato. E se quella di Roma e Torino è una “sconfitta netta”, riconosce il partito di Matteo Renzi, è anche vero che nell’insieme il dato appare “frastagliato” e non consente di dare ai risultati una lettura nazionale. Un punto comunque sarà fatto dalla direzione del partito il prossimo venerdì 24.
Dal fronte opposto, Forza Italia, Lega e M5S ovviamente si dicono convinti che le amministrative siano state solo l’antipasto di quello che verrà e guardano sia al referendum di ottobre sia, in prospettiva, alle prossime elezioni politiche. “E’ il fallimento del renzismo”, è il leit motiv degli azzurri, mentre Matteo Salvini si dice convinto che queste elezioni siano la prova che “gli italiani non credono più a Renzi”. Certo, al contrario dei grillini, anche il centrodestra non può cantare vittoria: dei sei capoluogo di Regione riesce a prendere solo Trieste e poi incassa un buon risultato a Milano ma senza riuscire nell’impresa di sfilare la guida della città al centrosinistra. E infatti è amaro il commento di Stefano Parisi che ha visto sfumare la vittoria per quella che definisce “una manciata di voti. Il progetto nuovo – è la sfida che lancia – non si ferma”. Peccato che Salvini sia di tutt’altro avviso: “Già basta aver perso, mi sembra sufficiente”, chiosa il leader del Carroccio.