Nessuna sorpresa. Il candidato di Papa Francesco alla guida della Chiesa italiana era il cardinale Gualtiero Bassetti e questa mattina, al termine della S. Messa concelebrata nella basilica di S. Pietro, il cardinale Angelo Bagnasco ha ufficializzato la scelta del suo successore da parte del Pontefice: nel prossimo quinquennio sarĆ l’arcivescovo di Perugia a presiedere la Cei. E’ la prima volta che il presidente dei vescovi italiani viene nominato con questo sistema, che lo stesso Francesco ha sollecitato. Un meccanismo che prevede l’ultima parola del Papa, che resta Primate d’Italia, ma che coinvolge l’intero episcopato con la votazione di una terna di candidati.
“Grato al Papa”
“Nell’apprendere la notizia della nomina il mio primo pensiero riconoscente va al Papa per il coraggio che ha mostrato nell’affidarmi questa responsabilitĆ al crepuscolo della mia vita.Ā E’ davvero un segno che crede nella capacitĆ dei vecchi di sognare“. CosƬ si ĆØ presentato ai giornalisti il neopresidente della Cei, che domani presenzierĆ alla conferenza stampa conclusiva della 70^ Assemblea generale. Ha poi aggiunto che il regalo piĆ¹ bello per l’inizio della sua presidenza alla CeiĀ lo ha ricevuto dai ragazzi che lottano contro la tossicodipendenza. “Una cosa piccolissima, ma quella che mi ha dato piĆ¹ gioia – ha affermato – ĆØ stata una telefonata affettuosa dei ragazzi di Mondo XĀ di padre Eligio che mi hanno chiesto ‘continua ad essere un papĆ per noi'”. Il porporato ha poi ringraziato il predecessore Angelo Bagnasco, con il quale, ha detto, “sono legato da sincera amicizia” e che gli ha augurato di poter essere se stesso. “Sono vescovo da 23 anni – ha aggiunto – non ho programmi preconfezionati da offrire. Sono sempre stato abbastanza improvvisatore. Desidero lavorare con tutti i vescovi grato per la fiducia e l’abbraccio affettuoso di stamani nella sacrestia di San Pietro. Il Papa ci ha raccomandato di condividere tempo, ascolto, creativitĆ e consolazione. Ć quello che cercheremo di fare insieme. āVivete la collegialitĆ ā, ci ha detto, ācamminate insiemeā: ĆØ questa la cifra che ci permette di interpretare la realtĆ con gli occhi e il cuore di Dio.”.
Il favorito
Il nome del cardinale Bassetti era senza dubbio il piĆ¹ gettonato per subentrare a Bagnasco. Originario di Marradi, in provincia di Firenze, fu a lungo rettore del seminario maggiore di Firenze, nominato dal card. Benelli. Amico e allievo del cardinal Piovanelli, che lo consacrĆ² vescovo nel 1994, ha guidato la diocesi di Massa Marittima-Piombino fino al 1998, quando Giovanni Paolo II lo trasferƬ ad Arezzo. Nel 2009 Benedetto XVI lo nominĆ² arcivescovo di Perugia e fu eletto vicepresidente della Cei per lāItalia centrale. FrancescoĀ lo ha creato cardinale a sorpresa nel 2014 al suo primo concistoro, mentre altre sedi tradizionalmente cardinalizie (Torino e Venezia su tutte) sono rimaste al palo. Lo scorso anno il Pontefice gli ha anche affidato le meditazioni per la Via Crucis del VenerdƬ Santo al Colosseo. Un pastore con lāodore delle pecore, per dirla con parole del S. Padre, vicinissimo agli ultimi, ai poveri, ai rifugiati e al mondo del lavoro. Accanto ai minatori, ai pescatori e agli operai delle acciaierie durante il suo primo ministero episcopale. Da vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sottoscrisse un documento a sostegno dei lavoratori della Buitoni di Sansepolcro, che visitĆ² di persona.
Al servizio degli ultimi
In questo servizio agli ultimi che caratterizza la sua cifra pastorale, il cardinale Bassetti ha fatto sentire concretamente la vicinanza della Chiesa di Cristo alle persone in difficoltĆ , disagiate, emarginate, sofferenti, gli “scarti della societĆ ”. Spesso ha richiamato i cristiani ai loro doveri verso i fratelli che vivono difficili situazioni di povertĆ umana e materiale, oltre a non far mancare la sua attenzione a quanti sono “distanti” dalla Chiesa, perchĆ© la Parola di Dio, che annuncia la salvezza, va fatta conoscere a tutti, nessuno escluso. L’attenzione al mondo del lavoro si ĆØ concretizzata anche nella Lettera pastorale che il primo maggio 2004 ha pubblicato dal titolo “Nella crisi: la speranza oltre ogni paura” che ha accompagnato prima ad Arezzo e poi a Perugia, con interventi concreti a sostegno delle famiglie in difficoltĆ a causa della perdita del lavoro, attivando o rilanciando progetti di solidarietĆ gestiti dalla Caritas.
CapacitĆ di dialogo
Sulla famiglia il cardinale Bassetti ha affermato che ĆØ Ā “la ‘Chiesa domestica‘, senza la quale la societĆ non ha futuro”. Fermo difensore di quelli che in epoca āruinianaā furono definiti āvalori non negoziabiliā, ha tuttavia la capacitĆ di non creare barriere, con unāapertura al dialogo molto apprezzata dal Papa, che non a caso lo ha confermato alla guida della diocesi perugina ādonec aliter provideaturā, cioĆØ fino a nuova decisione, nonostante abbia compiuto i 75 anni previsti dal codice di diritto canonico per le dimissioni dei vescovi. Un provvedimento che era stato letto da molti come una ulteriore indicazione per la nomina alla presidenza della Cei. Un aperto sostenitore della ārivoluzione della tenerezzaā di Francesco, come confessava poche settimane fa nel corso di unāintervista alla Radio Vaticana: āRimasi molto, molto colpito da questa omelia (quella di inizio pontificato, nel 2013, ndr) nella quale per sette volte il Papa parlĆ² di tenerezza: unāautoritĆ che non ĆØ potere ma ĆØ tenerezza, che ĆØ servizioā.
“Lo nomino subito”
“Se Bassetti ĆØ nella terna lo nomino subito“. CosƬ si sarebbe espresso lunedƬ sera il S. Padre al termine del dibattito che ha aperto i lavori dell’assemblea generale della Cei, un “dialogo fraterno” all’insegna di quella parrusia tanto cara a Francesco che ha sostituito il discorso del Papa, consegnato ai vescovi per essere letto e meditato. Del resto, i segnali dei favori pontifici erano stati chiari fin dal 2014, quando Bassetti fu creato cardinale. A chi gli comunicĆ² in sagrestia la porpora appena annunciata dal Papa, l’arcivescovo rispose “Non scherziamo…”. Nessuno scherzo: la stima di Francesco nei suoi confronti ĆØ stata confermata dalla nomina quale padre sinodale all’Assemblea ordinaria sulla famiglia nell’ottobre 2015, dall’incarico di redigere le meditazioni per la Via Crucis del 2016 e dalla nomina, sempre nel 2015, quale membro della Congregazione per i vescovi, proprio in sostituzione di Bagnasco. Un ruolo chiave perchĆ© direttamente coinvolto nelle nomine episcopali, una sorta di investitura diretta da parte del Papa.
Il candidato del Nord
Mons. Brambilla, 68 anni il prossimo 30 giugno, nato a Missaglia, in provincia di Lecco, ĆØ un teologo, allievo del cardinale Martini, molto stimato dai confratelli vescovi non solo del Nord Italia (ĆØ vicepresidente della Cei per quellāarea) ma anche dal resto dell’episcopato italiano. Giunto secondo nelle votazioni, ĆØ stato ausiliare di Milano, nominato nel 2007 da Benedetto XVI, ed ĆØ vescovo di Novara dal 2012, succeduto a mons. Corti, poi creato cardinale da Francesco. Che ne ha apprezzato il ruolo di relatore al Sinodo ma i tam tam di Oltretevere sostengono che mons. Brambilla non abbia preso bene lāelevazione del suo predecessore alla porpora. Bergogliano, insomma, ma non quanto gli altri due componenti della terna sottoposta al Pontefice. Per comprendere la visione ecclesiale di mons. Brambilla basta rileggere quanto ha affermato nel suo “Discorso alla cittĆ ” distribuito in occasione della festa patronale a gennaio: āLa Chiesa di domani avrĆ un futuro se custodirĆ la testimonianza dei cristiani. Il mondo di oggi ha bisogno di chi curi le anime, ma la ācura animarumā deve sostenere la testimonianza cristiana nella sua forma ecclesiale adulta e maturaā.
Lāaltro cardinale
Allāinsegna di una certa equitĆ territoriale (non ĆØ chiaro fino a che punto voluta), il terzo candidato era un vescovo del Sud. Anzi, del profondo Sud: ĆØ lāarcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, un altro che il Papa ha nominato a sorpresa cardinale e che proprio ieri ĆØ stato ricevuto in udienza da Francesco, dopo aver pranzato insieme. Sembra che al centro del colloquio ci fosse una possibile visita del Papa a un campo profughi nellāAgrigentino ma ĆØ probabile che abbiano parlato anche della presidenza della Cei. Montenegro ĆØ in grandissima sintonia con il Pontefice: 71 anni compiuti proprio lunedƬ, ĆØ originario di Messina, diocesi per la quale fu consacrato vescovo ausiliare nel 2000. Il suo impegno per gli emarginati, i poveri e i rifugiati ĆØ ben noto: dal 2003 al 2008 ĆØ stato presidente di Caritas Italiana, incarico a cui ĆØ stato nuovamente eletto nel 2015; nominato arcivescovo di Agrigento nel 2008 da Benedetto XVI, dal 2013 guida anche la Commissione per i migranti della Cei e la Fondazione Migrantes. Francesco lo ha creato cardinale nel 2015, dopo averne apprezzato lāimpegno anche in occasione del suo primo viaggio apostolico, quello storico e commovente a Lampedusa. Lo stile del cardinale ĆØ da sempre contraddistinto da grande sobrietĆ , al punto di girare in scooter per le vie di Agrigento. Una caratteristica che rappresenta un altro elemento molto apprezzato da Papa Francesco, anche se la scelta finale ĆØ stata quella della prima ora, ovvero Bassetti.