Una vera e propria sfida editoriale quella che ha interessato le più importanti case editrici statunitensi, impegnate a darsi battaglia per aggiudicarsi i diritti globali su ben due pubblicazioni dei coniugi Obama, due libri di memorie scritti separatamene ma i diritti dei quali, come previsto, avrebbero dovuto essere venduti insieme. Alla fine, come riportato dal Financial Times, è stata la “Penguin Random House” ad aggiudicarsi la storica asta, per la bellezza di 65 milioni di dollari (più di 60, contando in euro). Si tratta di un nuovo record (polverizzati i precedenti) a livello economico per l’accaparramento dei diritti sull’autobiografia di un inquilino della Casa Bianca.
Obama da record
Non sono certo i primi libri pubblicati da Obama ma, certamente, figurano come i più ambiti, tanto da aver scatenato un’asta tra le più combattute degli ultimi anni, che ha visto grandi nomi fra i partecipanti, con case editrici quali “HarperCollins” e “Simon & Schuster”, solo per citarne alcuni. La “Penguin” aveva già ottenuto la possibilità di pubblicare testi dell’ex presidente ma, certamente, stavolta ha piazzato il colpo grosso. Tra l’altro, almeno per ora, non sono giunte cifre ufficiali sui diritti d’autore per gli Obama. Percorrendo brevemente a ritroso la recente storia editoriale delle memorie presidenziali pubblicate, nessuna si avvicina nemmeno un po’ alla cifra dell’uomo del “Yes we can”: il volume “My life” di un uomo pur popolare, come Bill Clinton, non superò i 15 milioni (sborsati da “Knopf”) nel 2004, mentre “Decision Points” di George Walker Bush (edito da “Crown”) toccò appena i 10.
Obama-writer
Del resto, l’Obama-writer non è del tutto una scoperta, essendo l’ex inquilino della Casa Bianca protagonista di un discreto successo editoriale, grazie a volumi quali “Dreams From My Father” (1995) e “The Audacity of Hope” (2006), entrambi tradotti in italiano, ma anche per il libro per bambini “Of thee I sing. A letter to my daughters” (2010), il cui ricavato è stato donato in beneficenza. La capacità di scrittura del presidente hawaiano non era sfuggita ai media statunitensi, ad esempio il New York Times, che non mancò di sottolineare la questione specificando come fosse “dai tempi di Lincoln che un presidente non era guidato nelle proprie convinzioni dalla lettura e dalla scrittura, così come lo è Barack Obama”. L’attesa, ora, non può che essere tutta per i libri e per quello che vi sarà contenuto.