Appalti e nomine pilotate. La Città Eterna scopre Mafia Capitale

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Un terremoto politico e amministrativo si è abbattuto ieri su Roma. Il blitz dei Gico della Guardia di Finanza ha portato alla decapitazione della piovra capitolina, un’organizzazione criminale che allungava i suoi tentacoli sulla ricca torta degli appalti comunali. Al vertice del gruppo ci sarebbe (secondo gli investigatori) una vecchia conoscenza della mala romana: Massimo Carminati, ultimo pezzo della Banda della Magliana e punto di raccordo con quel terrorismo nero (leggasi Nar) che, tra gli anni 70 e 80, mise nel mirino forze dell’ordine e istituzioni. Una vicenda che dunque affonda le radici nel periodo più buio della storia repubblicana.

Ma che vedrebbe anche coinvolto parte di quell’establishment politico amministrativo al potere nella Capitale negli ultimi anni. Le manette sono scattate per 37 persone e gli indagati sono almeno 100, tra questi ultimi anche nomi grossi, come l’ex sindaco Gianni Alemanno e due suoi pretoriani, l’ex ad di Ama Franco Panzironi, e l’ex ad di Eur Spa Riccardo Mancini. Ma la Mafia Capitale (come i giudici l’hanno chiamata) non guardava solo a destra. Come ogni “buona” organizzazione criminale conduceva in porto accordi bipartisan per far mangiare tutti. Così nel tritacarne sono finiti anche l’attuale presidente dell’Assemblea Capitolina, Mirko Coratti, e l’assessore alla Casa, Daniele Ozzimo, entrambi in quota Pd.

Roma si è svegliata sconvolta e ora, forse, conosce con maggiore chiarezza l’origine dei suoi problemi recenti: dal degrado all’inefficienza dei mezzi pubblici, dalla microcriminalità all’errata gestione dei centri di accoglienza. Tutto aveva (pare) una matrice ben definita e tutto (sempre pare) si muoveva in una “Terra di Mezzo” (omaggio tolkeniano dato dai pm all’operazione) in cui classe dirigente, lobby e malavita si incontravano. Non più politica sotto scacco della mafia, dunque, ma politica che si rivolge direttamente alla mafia. Un nuovo modo di gestire gli affari. Il tutto mentre la città muore.

Luca La Mantia: