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ANTIBIOTICI COME CARAMELLE, ITALIA A RISCHIO: I SUPER BATTERI COSI’ PROLIFICANO

Ha suscitato reazioni in tutto il mondo il rapporto del Cabinet Office del governo britannico in cui viene annunciato il rischio di un’epidemia dovuta alla resistenza agli antibiotici che potrebbe colpire da qui a 20 anni quasi 200 mila cittadini del Regno Unito causandone la morte di almeno 80mila.

Un allarmante bilancio che riporta l’attenzione sul tema a livello internazionale. Le cause che sono alla base del fenomeno sarebbero molteplici, ma un ruolo particolare è svolto dall’uso inappropriato di antibiotici. “Della questione stiamo parlando da un anno e mezzo – puntualizza Beatrice Lorenzin – e abbiamo addirittura organizzato sulla tema un G7+1 durante il nostro semestre di presidenza UE”. Il ministro della Salute spiega inoltre, senza eccedere negli allarmismi, che il problema è diffuso su scala mondiale e necessita di una formazione ed educazione culturale per poter prevenire le conseguenze anticipate dagli studiosi britannici.

La Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit) ha precisato che è stato proprio il largo uso di antibiotici (sia medicina umana, veterinaria, in zootecnia e nell’agricoltura) a permettere di giungere a questo punto: i batteri infatti, per sopravvivere sono costretti a mutare divenendo sempre più resistenti all’azione dei medicinali.

“In Italia si calcolano 5000-7000 decessi annui riconducibili ad infezioni ospedaliere, con un costo annuo superiore a 100 milioni di euro”, spiega la Simit, aggiungendo che i progressi conseguiti nell’ambito della batteriologia ed immunologia e la scoperta prima dei sulfamidici negli anni Trenta e quindi degli antibiotici (penicillina)nel successivo decennio, abbiano contribuito a diffondere “l’illusione che le infezioni ospedaliere potessero essere definitivamente eradicate. Tale illusione si è subito rivelata falsa: le infezioni hanno continuato a rappresentare la più frequente ‘complicanza’ ospedaliera e il loro trend è in continuo aumento”.

Negli Stati Uniti lo stesso fenomeno prolunga in media la degenza di 4 giorni, contribuendo a 20.000-60.000 decessi annui con una spesa annua di 2-10 miliardi di dollari. Nei Paesi della Unione Europea, circa 25.000 pazienti muoiono annualmente come conseguenza di infezioni da germi multiresistenti, a cui si associa il costo di 1,5 miliardi di euro. Sebbene si tratti di un problema esteso su scala mondiale, l’Italia presenta uno dei quadri più preoccupanti in quanto è annoverato tra i Paesi con il maggior uso di farmaci antibiotici.

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