Il terrore regna sovrano nella seconda città siriana, Aleppo, straziata da cinque anni di guerra civile, dove gli scontri tra le forze governative e i ribelli sono da sempre più accesi. A subirne le maggiori conseguenze sono i civili, a causa delle continue stragi. Lo denuncia Amnesty International in un nuovo rapporto intitolato “Morte ovunque: crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani ad Aleppo” in cui vengono denunciati “crimini di guerra”.
Un abitante di Aleppo ha definito la città come un “girone infernale, con le strade piene di sangue”. La popolazione è costretta a rifugiarsi in bunker sotterranei per sfuggire agli incessanti bombardamenti aerei delle forze governative contro i quartieri controllati dalle forze dei ribelli. L’intensità dei bombardamenti, ad opera degli aerei del governo siriano, è aumenta nelle ultime settimane in risposta ad un’offensiva dei ribelli.
Nel documento dell’associazione è denunciato il susseguirsi di attacchi aerei con barili bomba (barili di petrolio, taniche di benzina o bombole di gas imbottiti di esplosivo, olio combustibile e frammenti metallici) da parte del regime siriano sulle zone della città controllate dai ribelli. Le esplosioni hanno effetti imprevedibili: nelle strade della città si vedono corpi straziati e martoriati. I medici che stanno svolgendo il loro lavoro ad Aleppo hanno affermato di non aver mai visto in nessun libro di medicina il tipo di ferite che queste bombe possono causare. Nel mirino dei bombardamenti anche luoghi di culto, scuole, zone residenziali ed ospedali. La maggioranza delle vittime di questi raid aerei sono civili: secondo il gruppo “Violations Documentation Center” dal 2014 ad oggi sono stati uccisi oltre i 3.200 civili. Tuttavia il governo siriano ha negato l’uso di barili bomba negli attacchi aerei e non ha ammesso neanche una vittima civile.
Il direttore del programma Medio Oriente di Amnesty International, Philip Luther ha dichiarato: “Le atrocità dilaganti da parte delle forze governative hanno reso sempre più insopportabile la vita per la popolazione di Aleppo. Questi attacchi fanno parte di una strategia politica che intende colpire di proposito i civili con attacchi che costituiscono crimini di guerra e contro l’umanità”.
Nel rapporto sono accusati i ribelli di aver commesso crimini contro l’umanità utilizzando colpi di mortaio e razzi artigianali in attacchi contro i civili. Nello stesso documento si fa menzione circa il massiccio ricorso alla tortura, detenzione arbitraria e sequestro di civili all’interno della città da parte dei gruppi dell’opposizione armata e le forze del regime. A più di un anno dall’approvazione dell’Onu di una risoluzione per fermare le violazioni dei diritti umani, ammonendo che ci sarebbero state conseguenze se il governo non l’avesse rispettata, la comunità internazionale sta voltando le spalle ai cittadini di Aleppo, mostrando fredda indifferenza dinanzi ad una gravissima tragedia umana.