Minacce, rischi legati alla deforestazione e, negli ultimi giorni, addirittura alla revisione del suo status di Parco, iter fortunatamente interrotto: eppure l’Amazzonia, il più importante polmone verde del Pianeta, nasconde in sé non soltanto un beneficio indispensabile per la salute della Terra (e, conseguentemente, per la nostra) ma anche una straordinaria varietà di specie animali e vegetali che, in un recente rapporto del Wwf, sono state classificate mostrandosi in tutta la loro molteplicità. Ma, ciò che davvero stupisce nel report dell’organizzazione per la protezione ambientale, non è tanto la vastità dell’elenco, quanto più la cadenzale ricorrenza con la quale vengono annoverate nuove specie, tutte viventi (anche se, per la precisione, due sarebbero fossili) nell’area della foresta pluviale più grande del mondo. Addirittura, secondo lo studio condotto assieme all’Institute for sustainable development, le nuove scoperte verrebbero effettuate all’impressionante media di una ogni due giorni, in un periodo compreso tra il 2014 e il 2015.
Amazzonia, un tesoro planetario
A dire la verità, tale record non stupisce più di tanto: la foresta amazzonica rappresenta uno degli ambienti più straordinariamente ricchi di vita dell’intera litosfera, popolato da creature affascinanti e curiose. In molti casi, recentemente, sono state osservate persino popolazioni del tutto sconosciute, o comunque poco studiate, stanziate nel profondo del sottobosco. Insomma, un ambiente estremamente interessante da un punto di vista biologico, naturalistico, zoologico e, addirittura, antropologico. Niente di strano, quindi, che l’aggiornamento del taccuino riportante le nuove scoperte sul posto avvenga in un modo così rapido.
Delfini rosa, scimmie di fuoco e… volatili ‘presidenti’
Tra le numerose specie osservate (non meno di 381, suddivise in 216 piante, 93 pesci, 32 anfibi, 20 mammiferi, 19 rettili e un uccello), desta sicuramente curiosità il piccolo cetaceo d’acqua dolce Inia araguaiaensis, nuova sottospecie del caratteristico delfino rosa sudamericano, fortemente minacciato dal rischio dell’estinzione, in quanto particolarmente danneggiato dalla costruzione di dighe lungo gli affluenti del Rio delle Amazzoni. Interessante anche la cosiddetta “scimmia dalla coda di fuoco”, scientificamente conosciuta col nome di Plecturocebus miltoni, e che deve il suo soprannome alla particolare coda arancione. E così via, passando per vegetali, pesci e volatili, tra i quali un curioso e piccolo piumato chiamato Nystalus obamai, in onore del presidente Obama. E, ovviamente, il lavoro dei ricercatori prosegue: l’obiettivo non è solo la catalogazione delle specie ma arrivare a una percezione completa dei loro habitat e dei rischi più immediati, in modo da attuare una strategia di preservazione efficace e duratura.