Il vulcano Calbuco, ubicato nella regione cilena di Los Lagos, 1000 chilometri a sud di Santiago del Cile e a 100 si San Carlos de Bariloche (Argentina) è entrato in eruzione per ben due volte nell’arco di poche, dopo essere rimasto inattivo per 43 anni.
Le autorità cilene hanno decretato l’allarme rosso nella zona dovuto alla grande minaccia che l’eruzione rappresenta per la popolazione e hanno iniziato un’evacuazione preventiva delle località che si trovano alle falde del vulcano, la cui colonna di fumo è visibile a vari chilometri di distanza.
L’allarme non è scattato solo in Cile, ma anche nella vicina Bariloche, situata nella Patagonia Argentina. L’allarme nella città è scattato nella sera di ieri e sono state disposte le chiusure delle scuole e dell’aeroporto, in previsione della pioggia di cenere vulcanica.
La prima eruzione è stata registrata nel tardo pomeriggio di mercoledì, la seconda nelle prime ore della mattina di oggi ed è stato “più energico del primo“. Inoltre il direttore nazionale del Sernageomin, Rodrigo Alvarez, ha avvertito che nel corso della mattinata potrebbe verificarsi una terza esplosione.
La ripresa dell’attività del Calbuco arriva in concomitanza con quella del Villarica, che già da diverse settimane tiene il sud del Cile in allerta. Inoltre poco dopo la mezzanotte di ieri, la presidente MIchelle Bachelet, informò di un cambio di attività sismica nei pressi del Calbuco, il che potrebbe significare una probabile fuoriuscita di lava e il conseguente scioglimento dei ghiacci e per tanto la possibilità di allagamenti.