Il mese di marzo, in genere, vede la massima estensione dei ghiacci in prossimità del Polo Nord come conseguenza del freddo invernale, prima che abbia inizio lo scioglimento primaverile ed estivo. Se la situazione non avrà un cambio di rotta nei prossimi giorni, la riduzione invernale dei ghiacci artici del 2015 potrebbe arrivare ad un nuovo record negativo. Secondo le informazioni raccolte dai satelliti, alla fine del mese di febbraio 2015, i ghiacci artici si estendevano per un’area di 14,41 milioni di chilometri quadrati, ossia inferiore di 940.000 chilometri quadrati rispetto alla media calcolata tra il 1918 e il 2010, e di solo 50.000 km quadrati superiore all’estensione minima rilevata nel 2005.
La riduzione è stata osservata soprattutto sulle aree che si affacciano sull’Oceano Pacifico; la causa sarebbe un mare insolitamente caldo, con temperature fino a 6 gradi centigradi superiori alla media. Mentre nella zona nord del Canada sì è potuta osservare la situazione inversa, ossia un’estensione superiore alla media. A quanto sembra, questi fenomeni sarebbero da attribuire all’andamento anomalo dei jet stream, ossia le correnti d’aria d’alta quota. In genere queste correnti formano degli anelli pressoché continui attorno al pianeta, invece nel periodo esaminato hanno dato origine a delle profonde ondulazioni: l’aria calda delle latitudini medio alte è stata portata verso alcune aree polari riscaldandole e l’aria fredda polare è scesa verso latitudini più basse raffreddandole notevolmente.