Un ampio campione di persone residenti a Pisa e Cascina ha partecipato a tre indagini realizzate dall’Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare dell’IFC negli anni ’80, ’90 e 2000, compilando un questionario sullo stato di salute e fattori di rischio. Dai risultati è emerso che dalla prima alla terza indagine la prevalenza è più che raddoppiata per attacchi d’asma (dal 3.4% al 7.2%), rinite allergica (dal 16.2% al 37.4%), espettorato (8.7% al 19.5%) e BPCO (2.1% al 6.8%). Questi dati hanno confermato i risultati di altri studi condotti sia a livello internazionale che nazionale.
I risultati, pubblicati su Respiratory Medicine, evidenziano come le abitudini al fumo siano ancora fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Il vivere in città rimane un importante fattore di rischio sia per le allergopatie, sia per le malattie croniche ostruttive. I dati mostrano come i soggetti residenti in aree urbane, rispetto a quelli che risiedono in campagne o villaggi, abbiano un rischio maggiore del 19% di avere rinite allergica, del 14% di avere tosse, del 30% di avere espettorato e del 54% di avere Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva).
“Conseguentemente – si legge in una nota del Cnr – l’incrementato impatto delle malattie respiratorie sulla popolazione fa emergere la necessità di pianificare indagini epidemiologiche longitudinali al fine di monitorare lo stato di salute della popolazione e ampliare le conoscenze sui fattori (allergeni, inquinanti atmosferici…) potenzialmente associati a tale trend temporale. Pochi studi epidemiologici su campioni di popolazione generale hanno stimato il cambiamento nella prevalenza di malattie e sintomi respiratori prendendo in considerazione un arco temporale di così lungo periodo. Il nostro studio – conclude l’Istituto del Cnr – ci ha dato la possibilità di quantificare i cambiamenti nei tassi di prevalenza di sintomi e diagnosi di asma, rinite allergica e Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) dopo 25 anni dal primo”.