Il Rapporto Clusit 2014, redatto in occasione del mese europeo della sicurezza informatica che inizia il 1 ottobre, svela dati quasi spaventosi riguardo ai crimini commessi nel mondo della rete. Tra i vari reati, emerge in particolare il cybercrime che è in costante aumento, “l’hacktivism”, cioè gli attacchi avvenuti in rete di tipo politico e il cyber spionaggio. Il Rapporto Clusit, una campagna dell’Unione Europea, è stato interamente redatto da un team di esperti italiani e verrà presentato oggi al Security Summit di Verona.
I dati che emergono da questo rapporto sono a tratti inquietanti: il cybercrime rappresenta il 60% degli attacchi analizzati; i settori più interessati dal fenomeno sono quello governativo (26%) e i social network (12%). Il più colpito è Facebook, seguito da LinkedIn e Twitter: ai patiti di queste piattaforme appaiono messaggi che li spingono a cliccare su link “malevoli” o a fornire informazioni private; questa forma di attacco è chiamata “phishing”.
“Non sorprende che i casi di violazione della cybersecurity crescano ogni anno, insieme all’impatto finanziario che ne deriva -spiega Fabio Merello, Responsabile Cybersecurity in PwC Italia– Tuttavia, la rilevanza di tali violazioni diventa maggiore se consideriamo le modalità di individuazione e gestione di tali eventi”.