Fra pochi giorni la sonda della Nasa Dawn entrerà in orbita intorno a Cerere, l’unico asteroide interno al sistema solare considerato però un pianeta nano, alla stregua di Plutone. Seppur si trovi ancora ad una distanza di circa 83 mila chilometri, la sonda ha fotografato le sue due facce così come non le avevamo mia viste. Piano piano il mistero che si cela intorno al pianeta si va dissolvendo e la sua superficie ci rivela crateri, alcuni grandi anche un terzo della sua faccia, altri cancellati da successivi impatti e delle macchie bianche sparse qua e là.
Prende il suo nome dalla divinità romana Cerere, dea materna della terra, della fertilità e della nascita, ma in realtà con lei ha in comune solo il nome. Le “strane” macchie bianche potrebbero essere sia grandi aree ghiacciate, ma gli scienziati ancora non si sono espressi. Grazie alle osservazioni condotte con il telescopio Keck nel 2002, si è potuto supporre che il pianeta sia formato da un nucleo roccioso, ricoperto da un mantello ghiacciato, spesso un centinaio di chilometri il quale potrebbe contenere un volume d’acqua pari a 200 milioni di chilometri cubici, molto di più della quantità di acqua dolce presente sulla terra.
Per tutti questi aloni di mistero che lo circondano, Cerere è estremamente agli occhi degli esperti che attendono con ansia l’avvicinarsi della sonda Dawn al pianeta nano.