Al via la costruzione di “E-Elt”, il telescopio ottico più grande del mondo

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Nasce oggi, con la posa della prima pietra, il telescopio ottico più grande del mondo. Il suo obiettivo? Cercare al di fuori del Sistema Solare, tra nebulose e costellazioni, i pianeti in grado di ospitare la vita. Si chiama E-Elt, e ancor prima di esistere è già destinato a diventare uno dei giganti dell’astronomia. Scruterà i cieli dalla cordigliera delle Ande cilene e sorgerà nei pressi dell’Osservatorio Europeo Australe (Eso). Il suo nome è l’acronimo che sta per “Telescopio Europeo Estremamente Grande (European Extremely Large Telescope)”. La cerimonia che dà inizio alla sua costruzione è prevista sul Cerro Armazones. E- Elt è già noto come “il più grande occhio del mondo rivolto al cielo“: un nome più che meritato, considerando che, con il suo specchio dal diametro di 39 metri, è almeno dieci volte più grande degli attuali telescopi più potenti.

Il contributo dell’Italia

Quello del telescopio E-Elt è un primato che parla anche italiano. Il Bel Paese, infatti, contribuisce in modo importante a questa vera e propria impresa dell’astronomia sia con la sua ricerca, attraverso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), sia con la tecnologia, grazie al contratto da 400 milioni di euro firmato tra l’Eso e il consorzio di aziende italiane Ac e, composto da Astaldi, Cimolai ed Eie come subcontraente. “L’E-Elt è un’infrastruttura scientifica di proporzioni gigantesche, il telescopio più grande e ambizioso al mondo”, ha detto il presidente dell’Inaf, Nicolò D’Amico. Le attese per il contributo che potrà dare questo strumento senza precedenti sono grandissime: “produrrà risultati eccezionali: siamo in un’epoca – aggiunge – in cui stiamo scoprendo migliaia pianti esterni al Sistema Solare, molti dei quali si trovano a una tale distanza dalla loro stella da poter ospitare forme di vita. E’ quindi il momento di ottenere al più presto dati certi, ad esempio studiando la composizione chimica della loro atmosfera, ed E-Elt permetterà di farlo”.

Il Bel Paese all’avanguardia nella ricerca spaziale

“L’Italia dello spazio sarà più forte grazie alla nuova legge”. Così il presidente dell’Agenzia Spaziale Italia (Asi), Roberto Battiston accoglie l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge in materia di Politiche spaziali e aerospaziali, il provvedimento che contiene anche importanti disposizioni sull’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia Spaziale Italiana. In favore del decreto si sono espressi 176 senatori contro solo 2 astenuti. Il ddl passerà ora all’esame della Camera. “La partecipazione dell’ASI al comitato interministeriale – spiega Battiston – consoliderà il suo ruolo in termini di governance del sistema, come agenzia governativa che coordina il sistema industriale e della ricerca interfacciandosi con tutte le istituzioni nazionali e internazionali. Si rende così sistematico il lavoro della Cabina di Regia grazie al quale è nato il Piano stralcio Space Economy”.

Battiston: “Ci aspettano nuove sfide scientifiche”

“È un passo importante – sottolinea il presidente dell’Asi – siamo entrati in una fase densa di nuove sfide scientifiche e tecnologiche, con la Space Economy che sta diventando un formidabile fattore di crescita economica e sociale, con potenziali ricadute positive per il nostro Paese”. “Il 2017 è quindi un anno importante per il sistema spaziale italiano che ha già visto il successo della quotazione in Borsa di Avio e tra poco la partenza di Paolo Nespoli per la sua terza missione per la Stazione Spaziale Internazionale. L’impegno del Parlamento e del Governo nel portare avanti il provvedimento è fondamentale per mantenere e rafforzare la posizione di potenza spaziale che, dalla geniale intuizione di Luigi Broglio ad oggi, l’Italia si è meritatamente guadagnata”, conclude Battiston.

Gaetano Paciello: