Al Cern di Ginevra sono tutti in fermento. E’ partito, infatti, il conto alla rovescia per le prime collisioni nell’acceleratore piĆ¹ grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc). “Siamo vicini alle prime collisioni a bassa intensitĆ intorno al 25 aprile e poi, gradualmente, si raggiungerĆ un’intensitĆ maggioreĀ -ha detto Fabiola Gianotti, alla guida del Cern dal gennaio 2016 -.Ā In questo periodo l’Lhc ĆØ in fase di collaudo e da alcune settimane i fasci di particelle hanno ripreso a circolare al suo interno, dopo la pausa invernale. Si sta lavorando per riportare l’acceleratore in condizione di funzionare al meglio”. Con le prime collisioni comincerĆ una fase entusiasmante della fisica. “Speriamo – ha aggiunto – che quando avremo raccolto una quantitĆ di dati consistente, avremo un potenziale di scoperta che supera quello raggiunto finora” eĀ probabilmenteĀ “in estate, o in autunno, potremmo esplorare nuove regioni”.
Ad oggi ĆØ impossibile prevedere che cosa mai potrĆ accadere, i quesiti senza rispostaĀ sono molti e riguardano oggetti sconosciuti e misteriosi, come la materia oscura, che occupa il 25% dell’universo, oĀ il prevalere della materia sull’antimateria, fino alla natura della misteriosa particella “intravista” nel dicembre scorso. E’Ā forse piĆ¹ pesante del bosone di Higgs, ma non ci sono ancora conferme. Sulla rivista Nature vennero pubblicatiĀ ben 95 articoli in meno di 15 giorni, tutti elaborati da fisici teorici, che si lanciano nelle ipotesi piĆ¹ ardite sulla natura dell’eventuale particella.
Molto piĆ¹ prudenti i fisici sperimentali, che attendono pazientemente l’arrivo di nuovi dati dai quali potrebbero arrivare conferme, ma anche complete smentite. GiĆ negli anniĀ passati ondate di articoli teorici avevano fatto seguito agli annunci, in seguito smentiti, che i neutrini potessero viaggiare piĆ¹ velocemente della luce e all’individuazione delle onde gravitazionali da parte dell’esperimento Bicep2 in Antartide.
Nel caso della possibile particella, i dati presentati nel Cern sono stati raccolti dagli esperimenti Atlas e Cms, condotti all’interno delĀ Lhc. L’entusiasmo ĆØ notevole, considerando che gli articoli pubblicati finora “sono tutti basati sulla diretta dell’annuncio al Cern”.Ā Le ipotesi formulate finora sono le piĆ¹ diverse. Alcuni hanno chiamato l’eventuale particella “S”, vedendo in essa una spia della teoria della supersimmetria (Susy), per la quale ogni particella elementare avrebbe una particella partner. Tuttavia, per il fisico teorico Gian Francesco Giudice, la particellaĀ “non ha odore di Susy”. Se poi non dovessero arrivare le conferme,Ā gli studi fatti finora non andranno perduti: Lisa Randall, fisico teorico all’universitĆ di Harvard, ha giustamente osservato che “si impara anche facendo ipotesi”.