In Italia, negli ultimi anni, si sta vivendo un grave calo delle richieste di adozione di bambini stranieri; un evento che nel Belpaese finora non si era mai verificato, probabilmente causato dalla mancanza di lavoro e stabilità economica in molti nuclei familiari. Per riflettere sulla crisi delle adozioni internazionali, Amici dei Bambini (Aibi) ha organizzato un convegno dedicato al tema “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”. Il meeting si svolgerà a Gabicce Mare (in provincia di Pesaro Urbino) i prossimi 26 e 27 agosto.
La crisi dell’adozione internazionale non è più un mistero per nessuno. I dati, del resto, sono impietosi. Nel giro di soli 4 anni il numero di minori stranieri accolti da famiglie italiane si è più che dimezzato, passando dai 4.130 del picco datato 2010 ai meno di 2 mila stimati dalle proiezioni relative al 2014. E il primo semestre del 2015 non solo ha confermato questa tendenza al calo, ma addirittura ha segnato un’ulteriore pesante perdita in termini di bambini adottati. Le aspiranti famiglie adottive diminuiscono, quindi, a un ritmo drammatico di 500 all’anno. L’Italia non è certo l’unico Paese ad assistere a una tale crisi dell’adozione internazionale. Quest’ultima è un fenomeno che colpisce anche tutti gli altri Paesi tradizionalmente tra i più accoglienti. Stati Uniti, Francia e Spagna, infatti, non stanno meglio di noi. In America si è passati dai 20.679 minori adottati nel 2006 ai 7.094 nel 2013. Oltralpe, negli stessi anni, sono scesi da 3.977 a 1.343. In Spagna ci hanno messo anche meno a perdere i 2 terzi dei minori accolti: erano 4.472 nel 2006, sono stati solo 1.669 nel 2012.
Lo scopo del convegno sarà proprio quello di imprimere un netto cambio di rotta, permettendo ai vari interlocutori del settore di confrontarsi tra loro in modo costruttivo. Si cercherà di delineare innanzitutto un quadro generale della situazione, ascoltando il punto di vista di Stati Uniti, Francia e Spagna che descriveranno come stanno cercando di uscire dalla crisi. Quindi si passerà la parola ai rappresentanti dei principali Paesi di origine dei minori adottati che spiegheranno se, per loro, l’adozione internazionale abbia ancora un senso e sia ritenuta necessaria.
Si punteranno poi i riflettori sull’Italia, cercando di capire se l’attuale sistema imperniato sulla sussidiarietà possa ancora considerarsi valido. I primi a intervenire sul tema saranno i rappresentanti delle Regioni. Riguardo agli enti autorizzati, ci si chiederà se abbia ancora un senso un sistema basato su di essi, dal momento che già nel 2011 il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’aveva pesantemente messo in discussione. In quell’occasione, infatti, le Nazioni Unite chiesero di “garantire un monitoraggio efficace e sistematico, di valutare l’opportunità di limitare l’elevato numero degli enti autorizzati, eventualmente innalzando i requisiti di qualità richiesti, e di garantire che le procedure di adozione internazionale non siano fonte di profitto indebito per nessuna delle parti”. Su questi temi sarà interessante sentire anche il punto di vista della Commissione permanente de L’Aja. Interverranno, infine, anche le famiglie, rappresentate dalle loro associazioni, e gli enti autorizzati. “È soprattutto da loro – spiegano dall’Aibi – che ci si aspetta un’indicazione per ridare fiducia alle coppie e quindi un futuro all’adozione internazionale”.