Anche quest’anno l’iniziativa “Aggiungi un pasto a tavola” si rinnova nelle date del 26 e 27 settembre. In centinaia di piazze, chiese e centri commerciali in Italia e nel mondo i volontari dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII raccoglieranno contributi per “Un pasto al Giorno”, un progetto che da oltre 30 anni aiuta attraverso mense per i poveri, Centri Nutrizionali, Capanne di Betlemme e centri di accoglienza di Apg23 a fornire cibo a chi non ha alternative.
Il progetto nasce da una promessa di Don Oreste Benzi, fondatore della comunità, durante una visita ad una missione umanitaria a Ndola, in Zambia, dove gli fu spiegato che sarebbero bastate 10.000 lire per fornire ad un bimbo della missione un pasto al giorno. Don Oreste rispose: “Tornerò in Italia e lo dirò a tutti. Tutti devono saperlo” ed è da allora che l’Apg23 sta mantenendo la sua promessa. Ma sono in molti ancora quelli che hanno bisogno di loro.
Nel 2014 l’iniziativa ha raccolto 425.000 euro grazie al contributo di quasi 3.000 volontari, che hanno portato l’iniziativa in 366 città e 18 regioni d’Italia, attraverso più di 750 postazioni in Europa, Asia e Sud-America. “Un Pasto al Giorno” sostiene progetti alimentari in oltre i 30 paesi del mondo, offrendo un aiuto concreto ad più di 41.000 persone ogni anno. In cambio di una piccola donazione sarà possibile ricevere in dono un simbolico pacco di pasta, per molti italiani un alimento ordinario ma che per alcuni può fare la differenza.
Una risposta della Comunità Papa Giovanni XXIII alle ingiustizie della fame e della povertà, che subiscono ogni giorno più di un miliardo di persone. Dalle parole di Don Oreste “Non sono le parole che trasformano il mondo; sono i fatti che modificano la storia”, ed è proprio un appello ad agire e ad offrire un aiuto concreto che i volontari dell’APG23 porteranno in piazza sabato 26 e domenica 27 settembre.
Oltre a fornire assistenza alimentare l’associazione si dedica a progetti di accoglienza e riabilitazione per senzatetto, vittime dello sfruttamento sessuale, bambini abbandonati e disabili, occupandosi di loro sotto ogni punto di vista, dall’educazione all’avvio al lavoro, cercando di restituirgli autonomia e dignità . L’obiettivo è quello di attaccare le cause a base della povertà intervenendo a 360°. Anche se di aiuto, la risposta ad un bisogno immediato non cambia la situazione: “Non basta curarsi dalle malattie se non si ha da mangiare, o avere una formazione professionale se non si hanno le risorse per avviare un’attività.”